AMBIENTE ABRUZZO: INDIVIDUATO TRA SAN VITO E LANCIANO USIGNOLO DEL GIAPPONE

Dicembre 17, 2022 13:49

CHIETI  – Uno studio scientifico appena pubblicato degli ornitologi della Stazione Ornitologica Abruzzese ha fatto il punto sull’insediamento e sull’espansione di un nucleo di Usignolo del Giappone, una specie alloctona, in Abruzzo, nella zona tra San Vito Chietino e Lanciano.

La ricerca, “L’Usignolo del Giappone Leiothix lutea in Abruzzo”, apparsa sull’ultimo numero della rivista ornitologica Alula, è stata condotta dai soci dell’associazione Marco Liberatore, Alessandra Iannascoli, Marco Pantalone e Giulia Pace attraverso decine di rilievi sul campo avvenuti nel periodo 2020-2022. Attraverso l’osservazione degli individui e l’ascolto del canto, compreso l’uso del playback – cioè l’emissione del verso con altoparlanti per stimolare la risposta degli individui – è stata mappata in dettaglio la distribuzione della specie, risultata presente nei comuni di San Vito Chietino, Rocca San Giovanni, Fossacesia, Santa Maria Imbaro, Treglio e Lanciano, dalla costa sino a 11 km nell’entroterra.

La specie, originaria del sud est asiatico, è inconfondibile, con gola gialla e becco arancione, di dimensioni simili a quelle di un passero. Al di fuori del periodo riproduttivo è gregaria, formando gruppi di decine di individui.

Questa specie è alloctona per la fauna europea, cioè la sua presenza è dovuta a sconsiderate immissioni, volontarie o accidentali, avvenute nel passato. Infatti la specie viene allevata a scopo ornamentale per i suoi peculiari colori sgargianti e oggi viene segnalata in diversi siti in Italia e nel resto d’Europa, seppur per ora localizzata. Con ogni probabilità la popolazione che oggi si riproduce nel lancianese, la prima osservata nel versante adriatico della penisola, è derivata da un’immissione avvenuta attorno a Lanciano una ventina di anni fa, probabilmente in coincidenza con la chiusura di un negozio di animali. Dopo la prima segnalazione della sua presenza in libertà avvenuta nel 2009 si sono susseguite altre osservazioni fino ad arrivare a questo studio più strutturato che ha stimato una presenza piuttosto consistente, pari a circa 200-250 coppie e oltre 500 individui distribuiti su 1.800 ettari.