APERTI I CANTIERI PER RESTAURARE TRE THOLOS E QUATTRO CASE DI TERRA, NEL PESCARESE E CHIETINO

Giugno 30, 2021 13:36

PESCARA – Aperti i cantieri per il recupero di sette strutture, tre Tholos e quattro Case di Terra, distribuite tra la provincia di Pescara e quella di Chieti, che la Provincia di Pescara sta ricostruendo con l’obiettivo di metterle in rete al fine di promuovere la riscoperta turistica e culturale di tali manufatti, che fanno parte delle nostre radici e della nostra storia.

A finanziare l’intervento è un fondo Masterplan pari a 500mila euro, assegnato nel 2016, ma rimasto sinora inutilizzato e che solo nel 2019.

I lavori sono già partiti ed entro un anno restituiremo ai nostri territori dei veri gioielli di arte architettonica e ingegneristica.

Complessivamente il progetto prevede il recupero di 7 strutture, 3 Tholos e 4 Case di Terra, situate nei comuni di Manoppello, Lettomanoppello, Roccamorice, Abbateggio e Turrivalignani per il pescarese, e poi Casalincontrada e Roccamontempiano per il chietino.

Ad annunciarlo il presidente del Consiglio della Regione Abruzzo, Lorenzo Sospiri dopo aver verificato lo stato di avanzamento del cantiere che porta la firma del Presidente della Provincia di Pescara Antonio Zaffiri, con l’Ufficio tecnico, l’ingegner Luigi Urbani, e i tre architetti che hanno curato la progettazione delle opere di riqualificazione e recupero, Stefania Giardinelli, Domenico Giusti e Lucia Secondo.

“L’iniziativa consentirà il recupero di Tholos e Case di Terra che sono memoria storica del nostro passato e che rappresentavano un supporto irrinunciabile per l’attività rurale e pastorizia, visto che i Tholos erano i ricoveri dei pastori al pascolo e le Case di Terra erano invece delle abitazioni stabili – ha ricordato il Presidente Sospiri -. E quelle strutture, 806 quelle ufficialmente censite in Abruzzo, hanno ancora oggi una notevole importanza sotto il profilo architettonico e ingegneristico considerando che, dopo cento o anche duecento anni, sono perfettamente in piedi, anche in zone terremotate, al contrario di molte strutture moderne in cemento armato che dopo 60 anni terminano il proprio ciclo di vita. Da qui ben si comprende quanto sia importante il loro recupero che sta avvenendo seguendo tecniche ben mirate, utilizzando materiali simili a quelli usati duecento anni fa per la loro prima realizzazione, e in piena condivisione con la Sovrintendenza ambientale visto che parliamo di immobili sottoposti a tutela”.

“L’obiettivo, una volta concluse le opere, è quello di mettere in rete tali manufatti attraverso un intervento di valorizzazione storico-culturale e trasformandoli in elemento di attrazione turistica. E a Roccamontepiano, dove già esiste un borgo di Case di Terra, si sta anche pensando di lanciare il progetto di ‘albergo diffuso’, permettendo ai turisti di vivere l’esperienza del posto. Per gli interventi di recupero – ha aggiunto il Presidente Sospiri – si stanno usando tecniche tradizionali, dunque nel caso dei Tholos si procede a recuperare le strutture in pietra restituendo loro piena funzionalità; per le Case di Terra si stanno riproponendo i vecchi impasti di acqua, paglia e terra. I cantieri sono già a buon punto, e il lavoro delle maestranze, che ci ha riportato indietro almeno di 100 anni, è un vero spettacolo dell’arte e della maestria, merito di chi all’epoca ha voluto tale opera nel precedente governo regionale, e di chi nell’attuale governo provinciale ha avuto la forza di dare concretezza al progetto”.