CARO-FERRAGOSTO, POLEMICHE ANCHE IN ABRUZZO: DAL PRANZO ALL’OMBRELLONE, “PRESENZE IN CALO”

Agosto 15, 2023 7:47

PESCARA – È l’estate dei rincari in Italia, un Paese troppo caro per gli stessi italiani che, quando possono, scelgono altre mete.

Polemiche e lamentele hanno tenuto banco anche in Abruzzo per tutta l’estate e, complice la vetrina internazionale offerta dalla grande partenza del Giro d’Italia, sulla Costa dei Trabocchi i frequentatori abituali hanno registrato aumenti spesso definiti sproporzionati.

E sui social, come dimostrano i recenti e numerosi casi degli ultimi giorni, fioccano proteste e malcontento di chi condivide foto di scontrini con conti ritenuti esorbitanti rispetto alle consumazioni.

In generale, complici i prezzi dei carburanti che surriscaldano i prezzi dei beni di prima necessità (oltre l’80% delle merci viaggia su gomma in Italia) tutti i listini segnano rialzi, spesso a due cifre.

“Gli abnormi rincari praticati da alberghi, stabilimenti balneari, ristoranti e servizi turistici in Italia stanno modificando profondamente le scelte degli italiani – spiega il presidente di Consumerismo, Luigi Gabriele – Non è certo un caso se si registra un calo del 30% delle presenze di connazionali presso le principali località balneari”.

E il tradizionale pranzo di ferragosto? “Gli italiani che festeggeranno in casa il Ferragosto spenderanno per il pranzo tradizionale quest’anno in media il 10,7% in più rispetto allo scorso anno – rileva Assoutenti – Chi invece opterà per il ristorante dovrà mettere in conto rincari di circa il 5,3%”.

“Oltre un terzo della spesa turistica di italiani e stranieri nell’estate 2023 – stima Coldiretti – è destinato alla tavola per un valore che supera i 15 miliardi di euro per consumare pasti in ristoranti, pizzerie, trattorie o agriturismi, ma anche cibo di strada o souvenir enogastronomici in mercati, feste e sagre, grigliate e picnic”.

Secondo il noto chef Gianfranco Vissani, sarà “un ferragosto sottotono”: “Le famiglie italiane soffrono la situazione economica, fare spesa è diventato un lusso e poi mancano gli stranieri che arrivavano dall’est Europa e in particolare i russi”.

Infine la nota dolente, benzina e altri carburanti: il prezzo continua ad aumentare in autostrada in occasione di esodo e controesodo estivo. Dai dati forniti dal Mimit, risulta per il self in autostrada un prezzo medio di 2,015 euro al litro. Non un gran aumento rispetto ai 2,014 di venerdì scorso ma la tendenza è sempre al rialzo. Il gasolio self, sempre in autostrada è a 1,921 (1,917 venerdì), il Gpl servito è a 0,842 euro (0,841 euro venerdì), il metano è stabile a 1,528 euro.

Una situazione difficile che spinge il segretario generale della Cisl, Luigi Sbarra, a chiedere una controffensiva per contrastare il carovita, introducendo anche “un contributo di solidarietà su realtà che in questi anni hanno avuto fatturati d’oro”, sul modello della tassa sulle banche.

A fare i conti le associazioni dei consumatori: dal caro-prezzi nulla si salva, nè il pranzo di Ferragosto, nè le vacanze in Italia. E, appunto, i prezzi della benzina e degli altri carburanti, che ormai in autostrada hanno abbondantemente superato i 2 euro al litro e tra esodo e controesodo continuano a salire.

Ne approfittano chiaramente i Paesi concorrenti: nel Belpaese i prezzi dei servizi turistici sono più cari fino ad oltre il 240% e quindi i connazionali si spostano dove, ad esempio, una cena di pesce costa la metà, circa 20 euro. Risultato: calo delle presenze italiane in Italia del 30%.

Le voci che aumentano sono più o meno tutte con una stangata in arrivo in autunno di circa 1.600 euro in più tra mutui, assicurazioni e corredo per la scuola. La provocazione del premier albanese Edi Rama, che nei giorni scorsi ha pubblicato sui social una foto dove si mette a confronto la folla di italiani che arriva in Albania per trascorrere le vacanze estive con gli sbarchi via mare in Italia degli anni ’90, trova riscontro nei dati pubblicati da Consumerismo No profit: “mettendo a confronto 6 note località di mare albanesi con altrettante destinazioni balneari italiane, si scopre che nel nostro Paese le tariffe minime delle strutture ricettive risultano più care in media del +130% rispetto all’Albania, con punte del +248% per gli hotel di alta categoria”.

L’indagine rileva come l’Albania sia più conveniente anche sul fronte della ristorazione: un pasto completo a base di pesce costa infatti in media nei ristoranti albanesi tra i 20 e i 25 euro a persona, contro i 45/65 euro dell’Italia.