TERAMO – La visita della chiesetta di San Donato, appena fuori dal paese, è d’obbligo. Entrando in silenzio e alzando poi lo sguardo al soffitto, definito dallo scrittore Carlo Levi la Cappella Sistina della Maiolica, è facile perdersi nella contemplazione di simboli araldici, animali apotropaici, scritte religiose e modi di dire; decorazioni floreali, realizzate a inizio del ‘600 su mille mattonelle dai ceramisti della famiglia Pompei e dagli altri artigiani del paese, in un lavoro corale a beneficio dei posteri.
Un cielo archetipo, come quello immaginato dal filosofo Platone, dove ci sono già in potenza tutte le evoluzioni a venire dell’arte ceramica castellana.