CELEBRAZIONI DEI CENTO ANNI DEL PNALM: IL 16 SETTEMBRE CONVEGNO A OPI SUL CAMOSCIO APPENNINICO

Settembre 14, 2023 8:47

L’AQUILA –  Il camoscio d’Abruzzo è custode dell’identità culturale e della nostra storia regionale. La sua presenza e conservazione continuano a intrecciarsi con le tradizioni e la cultura delle comunità circostanti, rafforzando il legame profondo tra le persone e il loro ambiente naturale. Su questo tema si incentra il quinto evento “Il Camoscio appenninico, una storia di conservazione su vasta scala”, corollario della manifestazione itinerante che sta celebrando i 100 anni del Parco Nazionale D’Abruzzo, Lazio e Molise.

L’incontro, che si terrà nel comune di Opi (Aq), sabato 16 settembre alle 10.00, sarà ospitato nella sala polivalente in  viale  Domenico Ursitti. Il programma prevede il saluto del vicepresidente del Consiglio regionale Roberto Santangelo e del presidente del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, Giovanni Cannata.

Il primo cittadino Antonio Di Santo, aprirà i lavori del convegno, che dalle 10.30 verrà introdotto dal confronto “Dagli appennini ai cantabrici: fasti e nefasti del camoscio meridionale” con Sandro Lovari, professore di etologia nell’Università di Siena. Al centro del dibattito, dalle 11, “Status e Criticità Del Camoscio Appenninico sull’Appennino Centrale” con Roberta Latini, Ufficio Ricerche Faunistiche Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise; Antonio Antonucci, Ufficio Monitoraggio Faunistico Parco Nazionale della Maiella; Carlo Artese, Servizio Scientifico Parco Nazionale Gran Sasso e Monti Laga; Alessandro Rossetti, Servizio gestione del Territorio e sviluppo sostenibile Parco Nazionale Monti Sibillini; Paola Morini, Ufficio Scientifico e Naturalistico Parco Regionale Sirente-Velino. Stefano Grignolio del Dipartimento di Scienze della Vita e Biotecnologie dell’università di Ferrara, si occuperà invece della “La Dinamica Del Camoscio Nel Pnalm: Una Visione D’insieme e Nei Diversi Settori”.

Chiuderà i lavori Luciano Sammarone, direttore del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, con un intervento sulla prospettiva futura per il monitoraggio della specie.