PESCARA – Da Scanno a Dubai, per testimoniare l’ eccellenza dell’artigianato artistico abruzzese all’interno di una delle più prestigiose vetrine che il mondo possa offrire: l’Expo 2020. Tocca ai maestri orafi scannesi Di Rienzo, una dinastia la cui storia nella realizzazione dei gioielli muove dalla metà dell’Ottocento rappresentare oggi in uno scenario mondiale insieme ad altre eccellenze italiane – dopo il passaggio di ben sette generazioni – quanto di meglio il made in Italy proponga e produca in fatto di creatività: valore non a caso racchiuso nello slogan “La bellezza unisce le persone”.
Dal 30 gennaio al 5 febbraio prossimi, la platea internazionale che visiterà gli spazi del Padiglione Italia allestito per l’occasione nella capitale degli Emirati Arabi Uniti, potrà ammirare il lavoro che da sempre caratterizza l’attività di questi autentici maestri dell’arte orafa, associati alla Cna di Avezzano. E’ stato l’ultimo rampollo della dinastia, Filippo – che porta il nome del capostipite – curare direttamente l’importante vetrina seguendo un percorso che muove dall’antico laboratorio, oggi divenuto museo delle creazioni di famiglia, per arrivare al Golfo Persico. I maestri orafi abruzzesi saranno ospitati all’interno dello spazio allestito dalla Regione Abruzzo, che nella settimana successiva darà visibilità a un altro gioiello dell’artigianato artistico regionale: la ceramica.
A far bella mostra di sé, all’Expo 2020, sono alcune delle creazioni che meglio caratterizzano l’attività plurisecolare della famiglia Di Rienzo, rilette e rivisitate alla luce di quanto le nuove e più avanzate tecniche contemporanee sono in grado di applicare a questo settore. : dai tradizionali bottoni chiamati ad adornare il costume tipico scannese, alla “spilla ciondolo Amorino”, talismano che rappresenta l’amore; fino alla celeberrima “Presentosa”, ovvero il caratteristico ciondolo che veniva donato dai genitori dello sposo alla futura sposa. Il tutto passando per l’anello tradizionale scannese, le “Manucce”, gli orecchini a navicella traforati a mano in oro o argento (le “Circeglie”) o quelli in lamina decorata a cesello con motivi floreali (“Sciacquajje”) le “Chiacchiere”, cioè le lunghe collane che la cultura del tempo voleva fossero indossate dalla donne per esorcizzare le malelingue. Per chiudere la carrellata con il celeberrimo “Tombolo”, il gioiello che è riuscito a racchiudere e fondere in uno due lavorazioni artigianali di eccellenza: merletto e preziosi.
La grande vetrina mondiale di Dubai, tuttavia, non rappresenta una prima assoluta per i Di Rienzo quanto ad appuntamenti internazionali. Altri momenti, suggellati da prestigiosi riconoscimenti, sono lì a far bella mostra di sé nella bacheca di famiglia, come ricorda lo stesso Filippo ripercorrendo alcune delle tappe più significative della storia familiare: “Nel 1960 la “spilla-ciondolo Amorino” fu presentata in occasione della mostra mondiale di New York, ricevendo un premio per il prezioso valore artistico. Quattro anni dopo, a Firenze, per la 28esima edizione della Mostra Mercato Internazionale dell’artigianato, fu creato il “Bracciale Firenze” che valse una medaglia d’oro. Nel 1989, il Grand’ Ufficiale Armando Di Rienzo ricevette l’ “Ercole d’oro’ per l’alto grado di preparazione raggiunto e per il fattivo contributo a favore del progresso ed il benessere della nazione. E nel 2001 per il conferimento della cittadinanza onoraria al presidente della Repubblica Italiana Carlo Azeglio Ciampi, mio zio Eugenio Di Rienzo ha realizzato la chiave della città in oro». Dubai, dunque, è solo l’ultima tappa di una storia che viene da lontano”.