L’AQUILA – Vista dall’alto di S. Demetrio Ne’ Vestini.
La fondazione di San Demetrio Ne’ Vestini risale al lontano Medioevo, intorno ai secoli X e XI. L’etimologia del suo nome richiama due principali interpretazioni: la prima allude alla dea Demetra (Cerere); la seconda, al culto di San Demetrio, santo di Tessalonica martirizzato durante le persecuzioni di Massimiano nel III secolo d.C.
Tra le piccole meraviglie del comune ricordiamo, ovviamente, le Grotte di Stiffe: un esempio di carsismo sotterraneo, tecnicamente definibili come una “risorgenza attiva”, cioè una cavità dal cui ingresso fuoriesce un corso d’acqua (che precedentemente scorreva in superficie). Il percorso turistico è lungo circa 700 m. , caratterizzato dalla presenza di cascate e laghetti di spettacolare bellezza. Numerose sono anche le formazioni calcaree quali stalattiti, stalagmiti, colate, colonne.
Vale la pena menzionare anche la chiesa di San Demetrio, i cui anni di costruzione restano parzialmente ignori. Dal punto di vista architettonico, la struttura si presenta seicentesca, ma alcuni dettagli rendono complessa un’analisi completa: la parete laterale nord che sotto l’intonaco cela un apparato aquilano; la presenza di una pietra tombale romana.
A partire dal 1600 la parrocchia, plausibilmente per la sua posizione sulla strada che attraversa la vallata, divenne un punto di riferimento per la popolazione del luogo. Nel 1736, come attestato dalla lapide posta nella navata di destra, il Vescovo Domenico Tagliatatela consacrò la collocazione di reliquie sotto gli altari della Chiesa.
Citiamo infine la cappella di Santa Croce, il cui punto di osservazione, con una vista che spazia dalla Maiella al Sirente, da Monte Cagno a L’Aquila e ai territori sabini alle sue spalle, sino ai contrafforti del Gran Sasso, vale sicuramente la gita.