L’AQUILA – Considerato un luogo di pace e spiritualità, risalente al XIII secolo, ospita la grotta che diede rifugio a Pietro da Morrone, diventato papa con il nome di Celestino V; posizione che abbandonò quattro mesi dopo la sua incoronazione, il 13 dicembre 1294.
Il luogo conserva gelosamente una lunga e storica tradizione di riti “apotropaici”, atti a guarire dai dolori articolari giacendo per qualche istante sulla spelonca rocciosa, giaciglio del santo. La facciata suggestiva è arroccata sulla parete rocciosa del Morrone, che si erge sui resti del tempio italico di Ercole Curino.
L’eremo durante subì notevoli danni durante la seconda guerra mondiale; tuttavia, la ricostruzione mantenne la planimetria dell’edificio, con qualche variazione all’esterno. Al suo interno, è tuttora possibile visitare la chiesa, ricca di affreschi del XV secolo; l’oratorio, anch’esso colmo di affreschi legati alla figura del pontefice; una rampa di scale conduce agli alloggi del piano superiore, oggi adibiti a sede di ritiri spirituali, come ad esempio il lancio del sasso dalla terrazza sovrastante, atto a simboleggiare la volontà di allontanare le tentazioni.