L’AQUILA – Cinquanta guide turistiche da tutta Italia si sono incontrate a San Demetrio Nè Vestini per il XVI corso Agti per accompagnatori in grotta.
L’evento, che si è sviluppato in due momenti uno di formazione teorica ed uno in grotta, è stato organizzato dall’associazione Grotte turistiche italiane, la Società Speleologica Italiana ETS, in collaborazione con l’amministrazione comunale di San Demetrio Ne’ Vestini e l’Azienda speciale territorio e cultura, partecipata al 100% dall’ente, nata per la gestione delle famose Grotte aquilane.
“Una 3 giorni che ha rappresentato per il territorio anche un’importante cartolina turistica” il commento del sindaco di San Demetrio, Antonio Di Bartolomeo.
“Un ringraziamento al nostro personale, ai relatori e alle guide che hanno contribuito alla buona riuscita di questa tre giorni di confronto e crescita. Le Grotte di Stiffe hanno vissuto un momento centrale per lo sviluppo e per la formazione del personale delle grotte di tutta Italia. Anche questo è sviluppo economico, anche questo è programmazione, anche questo è crescita economica e culturale per il nostro bel paese”.
Il corso era destinato a tutte le guide delle grotte turistiche italiane; a San Demetrio sono arrivati esperti del settore da diverse regioni d’Italia.
Dopo gli incontri teorici che si sono tenuti nella sala Aurora, messa a disposizione dal Comune, in cui si è parlato di geologia e di biospelelologia, sono state organizzate delle visite guidate alle Grotte di Stiffe, con le guide divise in gruppi, per analizzare alcuni aspetti tipici del luogo, portando avanti un lavoro di analisi e di studio.
Tra i relatori anche Massimo Goldoni, Jo de Waele e Giampietro Marchesi.
Un momento di analisi che ha portato alla luce l’unicità e il patrimonio di Stiffe, che rappresentano per il settore un esempio didattico di come si formi una grotta.
Le Grotte di Stiffe sono uno spettacolare ed unico fenomeno carsico, infatti, caratterizzato dalla presenza di un torrente sotterraneo formato dalle acque provenienti dall’Altopiano delle Rocche, che poi si inabissano nel Pozzo Caldaio a 2.600 m dall’imboccatura della caverna.
Tecnicamente parlando, si tratta di una “risorgenza”, cioè il punto in cui un fiume torna alla luce dopo un tratto sotterraneo; nel caso di Stiffe questo punto è situato all’apice della forra che sovrasta il piccolo borgo, omonimo.