L’AQUILA – “Ci auguriamo che, una volta ristrutturata la chiesa di Beffi, il San Michele arcangelo che sconfigge il demonio torni a ‘casa’. Nel frattempo sarebbe bello vederla in un museo abruzzese. Ad oggi non sappiamo dove si trovi, probabilmente nel deposito dell’Arcidiocesi di L’Aquila”.
San Michele arcangelo il demonio lo ha sconfitto, vuole il mito e la devozione. Più difficile averla vinta sulla burocrazia e i tempi lenti della ricostruzione post-sismica.
L’appello è dell’associazione Aternostrum, in riferimento alla statua lignea realizzata nel 1470-1480, attribuito a Giovanni di Biasuccio, che prima del terremoto si trovava nella chiesa di San Michele Arcangelo di Beffi, frazione di Acciano, in provincia dell’Aquila, uno dei comuni colpiti dal terremoto del 2009. Chiesa che fa parte di un complesso tra i più suggestivi della media valle dell’Aterno, insieme alla torre e al castello medioevale, a valle, al ponte romano di pregevole fattura.
Situata in una nicchia del XVIII secolo, in origine la statua era collocata in un tabernacolo ligneo. Si è salvata dal sisma del 2009, ma rischiava danneggiamenti a causa della situazione strutturale. Così nel 2011 è stata prelevata per il restauro. La chiesa è ancora parzialmente inagibile e della statua i cittadini non sanno più nulla. Come pure si attende pazientemente che la chiesa venga restaurata, a 14 anni dal terremoto. Stesso amaro destino per decine e decine di chiese nel cratere sismico 1009, che hanno avrebbero anche in molti casi una valenza di attrazione turistica e e ripartenza culturale.
“Dopo il restauro – ricorda l’associazione – , il San Michele viene esposto al Forte di Bard e nel Museo Nazionale del Mugello. Già esaminata dagli studiosi nel corso del ‘900, l’opera con il restauro ha avuto la possibilità di essere analizzata in modo più approfondito. Il restauro è stato finanziato dalla Fondazione ‘Venanzo Crocetti'”.
Giovanni di Biasuccio nacque a Fontavignone nel 1435 circa. Fu compagno di bottega di Silvestro dell’Aquila, con cui collaborò probabilmente alla realizzazione del mausoleo di Amico Agnifili nel duomo dell’Aquila. nelle oper di Giovanni, emerge una matrice fiorentina, forse dovuta ad un viaggio di formazione effettuato in Toscana in giovane età oppure, più facilmente, all’influenza della bottega aquilana del fiorentino Francesco Trugi. Di lui si può ammirare presso il Museo Nazionale d’Abruzzo, la Madonna in trono con il Bambino, proveniente dal Convento di San Colombo di Barisciano.
E il suo San Michele Arcangelo, ricorda l’associazione, “è una delle più alte dimostrazioni del Rinascimento abruzzese, una scultura figurativa molto vicina alle produzioni scultoree toscane della seconda metà del XV secolo”. Da 14 anni negata alla fruizione estetica e alla devozione.