IMPIANTI SCI PRONTI A RIAPRIRE IN ABRUZZO: “ASPETTIAMO SOLO LA NEVE”

Dicembre 5, 2023 7:48

L’AQUILA – Aremogna e Monte Pratello, Campo Felice, Campo Imperatore e Ovindoli Monte Magnola: le principali stazioni sciistiche della provincia dell’Aquila sono pronte ad aprire, anzi, sarebbero già aperte se non fosse per l’assenza dei principali protagonisti della stagione: freddo e neve. I gestori ripongono fiducia nell’abbassamento delle temperature previsto per i prossimi giorni, per veder fioccare ed eventualmente implementare le piste con neve artificiale, così da mettere in funzione gli impianti per il 7 o l’8 dicembre. Solo alla stazione del Centro turistico del Gran Sasso l’auspicio è che tutta la neve necessaria cada dal cielo, non avendo impianto di innevamento artificiale.

“Abbiamo sparato neve per 37 ore. Poi è arrivato un vento caldo che ha fatto sciogliere quella in quota. È rimasta soltanto la neve artificiale, che però è a mucchi: non la possiamo ancora spandere per ovvie ragioni, il caldo. Contiamo tanto sulle prossime sere: le temperature dovrebbero tornare sotto zero. Se quindi farà abbastanza freddo per permetterci di sparare neve per 2 o 3 giorni, speriamo di riaprire giovedì 7, ma sempre con il punto di domanda perché non dipende da noi”, spiega Roberto Del Castello, gestore degli impianti sciistici dell’Aremogna a Roccaraso (L’Aquila), e proprietario anche degli impianti adiacenti, di Monte Pratello a Rivisondoli (L’Aquila).

Si tratta del più grande comprensorio sciistico dell’Italia centrale grazie ai suoi 130 km di piste che collegano le località di Rivisondoli, Pescocostanzo e Pescasseroli con 38 impianti di risalita, che lo avvicina ai livelli dei grandi comprensori del nord.

“Per il resto abbiamo fatto i collaudi e tutto ciò che serve per riaprire. Siamo pronti”, precisa il proprietario delle due stazioni sciistiche che “da sole costituiscono circa l’86% di tutto il comprensorio, con 51mila persone orarie circa, con 38 impianti di risalita, circa 100 km di piste”.

“Io sono gestore dal 1961. Non abbiamo mai avuto chiusure dovute a problemi tecnici, legali, finanziari. Soltanto nel ’94 ci fu una sortita dell’amministrazione comunale che decise di avere un reintegro delle terre civiche dopo aver fatto il nuovo contratto però dopo, facendo il ricorso al Tar, dopo 20 giorni dovettero ridarci il tutto. Ci fecero perdere le festività natalizie. Un’amministrazione che fa una cosa del genere, lascio agli altri l’ardua sentenza”.

Ma ad oggi la situazione è regolare, salvo il fiato sospeso per il clima. “Quest’anno abbiamo migliorato un po’ l’innevamento programmato. Quindi con meno ore cerchiamo di fare più neve possibile. Però almeno 3 giorni di fila ci servono. Siamo passati dall’altro ieri ad oggi da -11 a +6. Oggi dovrebbe essere la giornata più calda”, spiega Del Castello, che prevede il solito flusso turistico, partenopeo, laziale, romano in particolare, perché “da Sulmona – precisa – la prima stazione è proprio quella di Monte Pratello, quindi chi passa per le autostrade A24 e A25, generalmente si ferma subito da noi. Tutto il comprensorio invece è sempre frequentato da visitatori da Napoli, Bari, Roma, Abruzzo, Marche, Sicilia”.

Con 15 impianti, 24 piste, 40 km di area sciabile e 7 rifugi, anche la stazione sciistica di Campo Felice in Abruzzo, tra Lucoli, Rocca di Cambio e Rocca di Mezzo, in provincia dell’Aquila, è pronta ad aprire per la stagione invernale.

“Abbiamo fatto i collaudi di tutte le seggiovie, abbiamo l’impianto di innevamento pronto, perfezionato con qualche cannone in più di ultima generazione. Dobbiamo solo aspettare il freddo. Non manca nulla, a parte il meglio: la neve”, spiega Gennaro Di Stefano, direttore degli impianti di Campo Felice dal ’92, e sindaco di Rocca di Cambio (L’Aquila) al suo terzo mandato.

“Se domattina dovesse fare un metro di neve, dopodomani potremmo aprire. Se invece avessimo freddo secco -5/-6 gradi, in 4 giorni riusciremmo a realizzare almeno 2 piste”, spiega Di Stefano.

“Il plesso sciistico impegna circa 400 lavoratori fissi, tra operai, gestori dei locali, dei rifugi, maestri di sci”. Oltre a tutto l’indotto che il bacino, insieme alla stazione sciistica di Ovindoli che dista circa 15 km, produce per le attività commerciali locali.

“Anche d’estate la stazione di Campo Felice è aperta con una seggiovia quadriposto, che ha un rifugio in quota e uno alla base. Poi c’è la pista di bici, molto frequentata dai primi di luglio a metà settembre”.

“Gli impianti di Campo Felice esistono dal 1970 e non sono mai stati chiusi. C’è stata un’interruzione nel 1989/90 per mancanza di neve: non c’era ancora l’impianto di innevamento artificiale. La pandemia ci ha bloccato un anno ma abbiamo aperto un paio di impianti per dare la possibilità agli atleti di interesse nazionale di allenarsi”.

“Vorremmo, ma penso sia l’idea di chiunque gestisce i paesini dell’entroterra e di montagna, un po’ più di attenzione in più da parte della politica per ridar vita a queste zone bellissime, piene di tradizione, che vivono di turismo, ma che pian piano si stanno spopolando”, conclude Di Gennaro.

Si apprestano ad aprire anche i vicini impianti del Centro turistico del Gran Sasso e Monte Montagnola ad Ovindoli (L’Aquila), che, insieme a Campo Felice, sono legate dallo “Skipass dei Parchi”, l’abbonamento stagionale che permette di sciare in tutti e 3 i bacini.

Il Centro turistico Gran Sasso con la storica funivia del 1934, che parte da Fonte Cerreto, località turistica a 1125 metri di altitudine vicino ad Assergi, frazione dell’Aquila, fino a raggiunge Campo Imperatore con un dislivello di 1003 metri. Il Centro ha anche due impianti ad ammorsamento automatico: una quadriposto ed una esaposto, con una decina di piste di 11 km in tutto.

“Tra pochi giorni apriremo la funivia. Se la neve arriverà, come sembra, apriremo anche gli impianti, uno alla volta”, annuncia l’ingegnere Dino Pignatelli, dal 2018 amministratore unico del Centro Turistico Gran Sasso d’Italia, la società partecipata che gestisce gli impianti di risalita della stazione sciistica di Campo Imperatore.

“Quello che ci contraddistingue è la quota, che offre una neve naturale di qualità. Non abbiamo impianto di innevamento artificiale”, aggiunge Pignatelli.

“Abbiamo una convenzione con il Comune dell’Aquila che contribuisce ai costi di esercizio per la funivia, che è una tpl, trasporto locale pubblico, come una linea autobus. È stato il primo impianto funiviario del centro Italia, nato infatti prima del Terminillo. Non abbiamo fatto nessun ammodernamento per quest’anno ma abbiamo un programma di sviluppo, per il momento ancora sulla carta”.

“Sono il progettista anche degli impianti e delle piste di Scanno”, aggiunge Pignatelli, che è stato anche direttore d’esercizio della stazione di Scanno (L’Aquila), per anni, a partire dalla fine degli anni novanta, e socio di Valle Orsara, una delle società gestrici del bacino sciistico che parte dal paese lacustre e che è chiuso dalla stagione estiva 2019.

Davanti agli impianti di Scanno invece si apre una strada da ricostruire, partendo dall’approvazione, il 10 novembre, da parte del Consiglio provinciale dell’Aquila, del provvedimento di cessione a titolo gratuito della seggiovia di arroccamento al Comune, insieme allo stanziamento di 150mila euro per la manutenzione e la revisione degli impianti. Le 2 seggiovie e i 2 rifugi a monte, il cosiddetto bacino di Collerotondo, infatti, erano già di proprietà del Comune. L’intero plesso, quindi, ad iter finito, andrebbe per la prima volta interamente delle mani dell’ente comunale che conta, a detta del sindaco Giovanni Mastrogiovanni, di affidare a tempo dovuto la gestione ad un’unica società.

Ovindoli, Monte Magnola, invece, con i suoi 11 impianti, 40km di piste tra telecabine, seggiovia e tapis roulant, 6 rifugi, è sulla stessa barca delle altre principali stazioni dell’aquilano: aspetta solo quantomeno il freddo, se non la stessa neve.

“In quota ha fatto 40 cm di neve però ha piovuto tutta ieri perciò anche quella è diminuita, non abbiamo neve sufficiente per aprire, ad oggi. Avremmo programmato l’apertura per il 7 o l’8, sempre neve o freddo permettendo. Abbiamo un impianto grossissimo di innovamento artificiale, ma se non abbiamo le temperature non ci possiamo fare niente. Se le avessimo, saremmo in grado di innevare buona parte delle piste con impianto di neve programmata”, dice Giancarlo Bartolotti, presidente della società e dal 1990 gestore della Monte Magnola impianti, “non abbiamo avuto interruzioni. Solo qualche ritardo di apertura dovuto alla mancanza di neve”.

“Abbiamo una portata dalla base, dai piazzali, in quota, di 6mila persone l’ora. A pieno ritmo arriviamo a un personale di 60 lavoratori, che diventano circa un centinaio con quelli dei nostri due alberghi”. Tra le novità, “stiamo realizzando 2 quadriposto”.

85enne, di Ravenna, Bartolotti ha scelto l’Abruzzo dal 1967 con la sua famiglia, “perché amante delle montagne”. Ma “Il patrimonio enorme dell’Abruzzo non è conosciuto, non ha marketing, promozione, immagine e nemmeno i servizi. Ma non c’è alternativa al turismo per risollevare le sorti di questa regione. La gente però vuole attrazioni, avvenimenti. Non viene qui solo a cambiare aria. Vuole servizi che l’Abruzzo non offre”.

A Campo di Giove (L’Aquila) si attende, oltre alla neve, anche la sostituzione di alcuni vecchi seggiolini della seggiovia biposto e poi l’impianto, 2 skilift e un tappeto sono pronti a riapre e a cavalcare il flusso di visitatori che il paese è riuscito ad attrarre già negli ultimi 2 fine settimana grazie ai mercatini natalizi che proseguiranno fino al 6 gennaio e alla transiberiana d’Italia, il treno storico che fa tappa anche nel paesino a 1000 metri, dai 750 abitanti circa, a confine con la provincia di Chieti. Gli impianti, di proprietà del Comune e gestiti da 5 anni dalla società Cip che ne avrà per altri 5 anni ancora, distano circa 2 km dal paese.

“Sorti negli anni ’70, gli impianti di Campo di Giove sono diventati di proprietà del Comune dalla fine degli anni ’90. Sono stati chiusi solo nell’intervallo tra una società e l’altra. Ma dal 2017 sono sempre aperti”, spiega il sindaco Michele Di Gesualdo, in carica dal 2022.

“Lo skilift alla base è del 2007, quello nuovo. Quello a monte, a Coccia, risale attorno al 2012/2013. La seggiovia ha quasi 20 anni, quindi andrebbe sostituita. Speriamo con dei finanziamenti europei o regionali di poterla cambiare. Ora siamo pronti con tutte le revisioni per partire con la stagione”, conlcude.

Di immagine, marketing e gestione del turismo parla anche il presidente di Confesercenti Assoturismo Abruzzo, Gianluca Grimi, secondo il quale la regione sembra aver sviluppato più o meno consapevolmente un’immagine positiva di sé come meta invernale che suggestiona anche a nord. Per dirla con le parole di Grimi: “La voglia di turismo invernale in Abruzzo esiste anche nel nord Italia. Anche perché le strutture dell’Alto Sangro sono davvero molto buone. E fanno numeri alti anche d’estate con il calcio Napoli”.

“In prospettiva, bisogna dire però che non possiamo affidarci solo alla neve. Bisognerà implementare le attività collaterali del turismo montano come fa il Trentino con i mercatini di Natale, che attirano gente a prescindere dalla neve. Su questo dobbiamo ancora migliorare in Abruzzo. Fino ad ora la natura ci ha sempre protetto su tutto: abbiamo sempre avuto neve, acqua, estate. Ma in prospettiva dobbiamo entrare nella costruzione della destinazione, che vada oltre l’evento puramente climatico”,

Iniziative come la transiberiana d’Abruzzo e forze attrattive come il richiamo dell’offerta enogastronomica che esercita l’Abruzzo sono tra gli ingredienti che secondo Grimi andrebbero “implementati, a prescindere dal turismo puramente sciistico”.

“Alto Sangro e Costa dei Trabocchi in questo momento sono la punta di diamante del nostro turismo. Sono le zone più conosciute anche se grandi numeri si fanno anche sulla costa teramana che ha sempre fatto oltre il 50% del turismo abruzzese. Adesso non con la decrescita del teramano ma con la crescita del turismo dell’Alto Sangro e della Costa dei Trabocchi, siamo scesi sotto il 50%”.

La situazione più critica è nel teramano, dove la moderna stazione di Prati di Tivo si lascia desiderare: “Per l’ennesima volta siamo alle prese con la situazione di Prati di Tivo che va avanti da 7 anni con aperture e chiusure, un disastro. È un’incognita. Non sappiamo se aprirà quest’anno per questioni legali, tecniche”, commenta.

“Invece Passo Lanciano, Roccaraso, Ovindoli, Majella aspettano solo la neve. Ci sono i prodromi per una grande stazione sciistica in Abruzzo, escluso il teramano. Quella di Prati di Tivo è una situazione che si riflette negativamente sulla possibilità di fare turismo, perché non è che ora apri e domattina ha la gente. Lo devi dire molto prima che apri, per farea una campagna di incoming. Non puoi vendere una cosa se non sai se ci sarà, e allo stato attuale non lo sappiamo”.