L’AQUILA – “Godiamo ancora dell’onda lunga della riduzione dell’inquinamento determinato dai prolungati lockdown causa covid, e i nostri dati confermano oggi che la qualità delle acque di balneazione abruzzesi è ottima, senza nessuna criticità, tanto che potranno fregiarsi della bandiera blu un numero importante di Comuni, superiore rispetto agli anni passati”.
Ottimismo dell’intelligenza e non della volontà, ovvero basato sui dati oggettivi dei prelievi delle acque nelle ultime settimane, quello dell’avvocato aquilano Maurizio Dionisio, direttore generale dell’Agenzia regionale della tutela ambientale (Arta), nell’intervista streaming ad Abruzzoweb.
Dionisio però ammonisce: occorre investire con maggiore determinazione sui depuratori, molti dei quali datati e inadeguati.
“La nostra campagna prelievi – spiega il dg -, ha interessato tutto il tratto costiero abruzzese da Martinsicuro a San Salvo a partire dal 19 aprile. L’unica criticità rilevata era nel tratto di via Leopardi a Pescara, per il probabile influsso del vicino porto canale. Ma da una analisi suppletiva possiamo dire che anche in questo caso le acque godono di buona salute”.
Da qui la certezza che molti comuni abruzzesi, “potranno ambire a conquistare la bandiera blu, che viene concessa solo a seguito di rigorosi controlli, ovvero le analisi degli inquinanti devono risultare negativi per più volte di seguito. Questo rappresenterà una spinta importante anche per l’attrattività turistica e per la qualità della vita dei residenti, aspetti quanto mai importanti per risollevarsi dopo la drammatica crisi pandemica che abbiamo vissuto e che speriamo di lasciarci alle spalle nel più breve tempo possibile”.
Tra le criticità Dionisio indica quella dei depuratori. Molti sono stati adeguati negli ultimi anni, grazie ai fondi del Masterplan per il Sud, ma molto resta da fare.
“Il problema a cui occorre porre mano è il sovraccarico che si verifica in troppi casi in occasione dei temporali estivi, repentini, brevi e di estrema abbondanza. Un depuratore sottodimensionato e datato, seppur funzionante in una situazione normale, con questo surplus di liquidi va in sofferenze e i liquami debordano, nei fiumi e nel mare”, spiega Dionisio.
Il direttore generale dell’Arta conferma poi che hanno contribuito a buoni valori della qualità ambientale proprio le limitazioni alle attività economiche e sociali durante l’emergenza covid-19, una eredità che sarebbe ora importante preservare.
“Diciamo che godiamo di un’onda lunga che si protrarrà per altri mesi. Confrontando lo storico dei dati, oggi i parametri sulla qualità delle acque, ma anche dell’aria sono migliori rispetto a quello degli altri anni. Il lockdown almeno questo ci ha data in eredità come fatto positivo, l’ambiente ha potuto respirare e rigenerarsi. Ora però si deve tornare alla normalità, e occorre trovare un equilibrio tra tutela ambientale e attività antropica, con un approccio che superi l’integralismo ambientalista che vede quasi l’essere umano come di troppo sul pianeta, e adottando la filosofia improntata sulla ragionevolezza e gradualità che mi pare essere al centro dell’azione del nuovo ministero della Transizione ecologica”.
L’INTERVISTA