L’AQUILA: UN SONETTO PER “JU BOSS”. E DOMENICA LA STORICA COLAZIONE DELLA MADONNA DEL CARMINE

Luglio 15, 2023 18:47

L’AQUILA – All’Aquila la storica Cantina “Ju Boss” ripropone l’ormai celebre rito della colazione della Madonna del Carmine. Domani, domenica 16 luglio, come ogni anno, tra lo scampanio della festa e le sbicchierate di vino si rinnovano le tradizioni nei locali in una delle cantine più conosciute e apprezzate d’Italia, tra Piazza Regina Margherita e Via Castello, un vero luogo dell’anima per il popolo non soltanto aquilano.

Nonostante la grave perdita di uno degli storici proprietari, Giorgio Massari, recentemente scomparso all’età di 85 anni, la Cantina del Boss si rimbocca le maniche e prosegue la sua attività, con una dose abbondante d’allegria, nei sentieri della resilienza.

E se il vino è il farmaco di tutte le pene – come recita un adagio della Grecia classica – “Ju Boss” è stata una delle “farmacie” più attive da dopo il terremoto del 2009 e durante la pandemia del Covid-19: due eventi, questi, che hanno segnato profondamente le attività commerciali del centro storico del capoluogo abruzzese.

Suona strano però che il singolare “Boss” sia ormai un vecchio ricordo all’Aquila: le sedi sono due e in due conducono separatamente la nave, ma nell’immaginario collettivo c’è sempre l’idea di ritorno alle origini, il perpetuarsi delle tradizioni, la voglia di ricominciare una storia senza far caso ai vizi del passato.

Per questo la “coccia tosta” tipica dell’aquilano si “ammolla” facilmente come una focaccia al prosciutto, o con la frittata, i pomodorini secchi, dentro un calice di buon vino, oppure come “ju cucchittu”, il gustoso uovo sodo che sul legno del bancone c’è sempre stato e ci sarà sempre.

Alla Cantina del Boss, che è tutto questo fin qui elencato e pure molto, molto di più, è dedicato il sonetto di Francesco Di Giandomenico, che ha già composto dei sonetti nel suo dialetto sul sisma del 6 aprile 2009, sul bar “Art Cafè” di Dario De Michele, sulla storica libreria Colacchi e su Karl Heinrich Ulrichs, pioniere del primo movimento omosessuale le cui spoglie si trovano al Cimitero Monumentale aquilano, e – con riflessione a corredo – sul MaXXI, il Museo dell’Arte contemporanea.