LE 54 MINIERE DISMESSE D’ABRUZZO: NUOVA VITA COME GEOPARCHI, MUSEI E POLI DI RICERCA

Aprile 9, 2022 6:06

PESCARA – Gallerie che affondano nel cuore delle montagne d’Abruzzo, abitate dai pipistrelli e dal buio. Carrelli, tralicci arrugginiti, rotaie su cui oggi scorre solo il tempo. Le tracce,  scolpite sulla roccia, di generazione di lavoratori abruzzesi.  Sono le miniere dismesse d’Abruzzo, ben 38 in provincia di Pescara, e 16 in quella dell’Aquila, tra la Maiella, il Velino Sirente e il Gran Sasso, che potrebbero  trovare una nuova vita come attrazioni turistiche e anche come poli di ricerca storica e scientifica.

La concreta possibilità è resa possibile ora dalla legge regionale “Disposizioni per l’utilizzo e la valorizzazione del patrimonio minerario dismesso”, presentata dai gruppi consiliari di centrosinistra in Regione, approvata all’unanimità  nella seduta di consiglio regionale del 25 marzo scorso. Una norma che fissa obiettivi, criteri per arrivare alla realizzazione di parchi geominerari e miniere-museo, e che intanto stanzia 80.000 euro, per le primissime incombenze.

Il modello è rappresentato da Abbateggio, in provincia di Pescara, che ha riscoperto le proprie miniere intorno agli anni ’90 e da quel momento si è avviata una campagna di sensibilizzazione e valorizzazione di questa pagina di storia del territorio e nel paese è stato realizzato un ecomuseo all’aperto chiamato “Ecomuseo Valle del Lejo”, nel quale sono stati collocati i macchinari impiegati per il trasporto e la lavorazione del bitume, oltre ad altri utensili in uso ai minatori.

Altre miniere si trovano, in provincia di Pescara, a  Lettomanoppello, Manoppello, Roccamorice e poi Caramanico Terme, San Valentino in Abruzzo Citeriore, Scafa, Serramonacesca, Tocco da Casauria, Turrivalignani, Bolognano e Popoli.

In provincia dell’Aquila miniere dismesse si trovano a Cagnano Amiterno, Lucoli, Rocca di Cambio, Rocca di Mezzo, Ovindoli, Lecce nei Marsi e Villavallelonga.

Nel corso del ‘900 da queste miniere si estraeva asfalto, scisti bituminosi e bauxite, ed ancora oggi costituiscono importanti opere di ingegneria e di archeologia industriale.

Il progetto di legge non parte dal nulla: da circa otto anni il Gruppo di ricerca di archeologia industriale della Majella (Graim) conduce ricerche sul patrimonio minerario dell’area settentrionale della Maiella, sia a livello esplorativo, contribuito a riscoprire  100 ingressi e riportato alla luce resti delle infrastrutture industriali fra cui binari, carrelli, tralicci.

Per prima cosa il progetto di legge prevede l’individuazione, il censimento ed eventuale catalogazione nell’ambito del perimetro minerario, delle aree abbandonate o esaurite e le relative pertinenze appartenenti al compendio minerario dismesso, da sottoporre a progetti “di valorizzazione per scopi scientifici, culturali e turistici”, e per la pianificazione e finanziamento degli interventi di messa in sicurezza statica e di recupero ambientale, e semplificazione dei procedimenti amministrativi per l’autorizzazione degli interventi”.

L’obiettivo è poi quello di sostenere la qualificazione professionali di chi dovrà gestire i parchi minerari, e la promozione e incentivazione delle attività di ricerca scientifica.

ll Consiglio regionale per raggiungere questi obiettivi, dovrà approvare, su proposta della Giunta regionale un Programma regionale per una durata almeno quinquennale.

Viene poi costituito presso il competente Servizio della Giunta regionale il “Catasto delle miniere dismesse o abbandonate”,  con la ricostruzione delle originarie aree di concessione mineraria, ora dismesse, nonché della raccolta di tutta la documentazione archivistica inerente le medesime concessioni minerarie.

Viene poi istituito il Comitato consultivo per la valorizzazione del patrimonio minerario dismesso, con decreto del Presidente della Giunta regionale, di cui faranno parte  rappresentati dei vari dipartimenti regionali interessati alla materia, dell’Associazione nazionale dei comuni italiani (Anci), dell’Unione delle province d’Italia (Upi), dell’Unione nazionale comuni comunità enti montani (Uncem), tre rappresentanti degli operatori del settore di cui almeno due scelti tra le associazioni riconosciute del Terzo settore specializzate in materia speleologica, un rappresentante ciascuno del Parco regionale Sirente-Velino, del Parco nazione della Maiella,  Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, un rappresentante del Parco nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, e un rappresentante per ciascuna delle Sovrintendenze.

La partecipazione ai lavori del Comitato sarà  a titolo gratuito.

La norma si ispira a quella di Lombardia, Liguria, Piemonte e Val D’Aosta,  si sono dotate di una specifica legge in materie di miniere dismesse, dimostrando la centralità e l’importanza del tema. Ed ora le più di una miniera è diventata una meta turistica di non secondaria importanza.