L’AQUILA – Un posto accanto a Edo, nel suo piccolo osservatorio tra gli abeti, alla scoperta di come il lupo si muove sul territorio e nel branco, guidato dalla saggezza atavica propria della natura, dove tutto è in spontaneo accordo con la sinfonia del Mondo. Questa l’esperienza che offre “Le ultime foglie”, libro di Dario Rapino che sarà presentato mercoledì 21 settembre alle ore 18.30 in dialogo con l’editore Mario Ianieri a Palazzo Micheletti, via Castello a L’aquila. L’evento è patrocinato dal Cai, ed organizzato dalla libreria Polarville.
Dario Rapino è nato a Casalanguida in provincia di Chieti nel 1955. Avvocato e giornalista ha collaborato con i principali quotidiani abruzzesi. Appassionato di fotografia, ha ricevuto numerosi premi e riconoscimenti. Negli ultimi anni si è dedicato principalmente a reportages e alla foto naturalistica. Nel 2014 ha documentato, per la prima volta, la presenza dell’orso bruno marsicano nella Riserva Naturale di Rosello. Ha pubblicato La bicicletta rossa (Ianieri, 2020).
IL LIBRO
Seduto sotto il grande e antico faggio, Edo ripercorre la propria vita, accompagnato da un profondo senso di pace, per quel che è stato e quel che sarà. Comincia ricordando suo padre Elia, che sposa Anna grazie al suo primo incarico come maestro nella contrada di Torretta Belvedere, un paesino adagiato su un crinale roccioso, dai lunghissimi e rigidi inverni. Qui Edo nasce e cresce, esuberante e imprevedibile; poi arrivano il trasferimento in città, la scuola, i primi amori e gli anni in cui lui e suo padre cominciano a condividere la passione per la montagna e per la vita che in essa pullula.
Alla ricerca di un habitat naturale per sé e il suo labrador, Edo, ormai adulto, acquista una casetta a Montebruno, sul limitare del bosco. Qui, spinto dall’irrefrenabile impeto di vedere il lupo, trascorrerà ore, giorni, anni in attesa, in ascolto, sulle tracce di colui che nobile e misterioso, domina la foresta.
Attraverso lo stile asciutto, diretto, semplice e coinvolgente che lo caratterizza, Dario Rapino ci riserva un posto accanto a Edo nel suo piccolo osservatorio tra gli abeti, alla scoperta di come il lupo si muove sul territorio e nel branco, guidato dalla saggezza atavica propria della natura, dove tutto è in spontaneo accordo con la sinfonia del Mondo.
Questo era il territorio di Yas, così ho chiamato il capobranco dei lupi che governano per chilometri questi luoghi, signori e padroni incontrastati. Li cercai lungamente e li trovai. La loro storia è, in fondo, la mia storia, uno specchio nel quale mi rifletto, scoprendo via via le mie mancanze, le mie debolezze, le mie incapacità. Ma soprattutto scoprendo cosa sia la fedeltà, l’altruismo, il coraggio, la perseveranza, cose che i miei simili non hanno mai saputo insegnarmi.