LUOGHI DEL CUORE FAI: IN ABRUZZO IN TESTA VIA CRUCIS DI SAN DEMETRIO. LA CLASSIFICA PROVVISORIA

Novembre 7, 2022 13:52

PESCARA – Mancano poche settimane alla conclusione della 11ª edizione de “I Luoghi del Cuore”, il più grande censimento spontaneo del patrimonio culturale italiano promosso dal FAI – Fondo per l’Ambiente Italiano ETS in collaborazione con Intesa Sanpaolo.

Fino al 15 dicembre 2022 sarà possibile votare i propri luoghi più cari, che consideriamo speciali e che, per questo, vogliamo proteggere e far conoscere a sempre più persone.

Superato intanto il milione di voti ricevuti fino a oggi per questa edizione lanciata il 12 maggio, con la classifica nazionale provvisoria dei luoghi più amati dagli italiani – consultabile sul sito www.iluoghidelcuore.it – che registra continui cambi di posizione tra gli oltre 37.000 luoghi votati.

Ai primi tre posti per il momento restano saldi il Museo dei Misteri di Campobasso, con le sue macchine processionali settecentesche, la Chiesetta di San Pietro dei Samari a Gallipoli  realizzata tra XII e XII secolo e bisognosa di recupero, e la Fonderia di Campane Achille Mazzola di Valduggia, luogo di eccellenza artigiana in attività dal XV secolo al 2003 e oggi da valorizzare

Ecco i luoghi che sono, per ora, ai primi posti della classifica provvisoria dell’Abruzzo: la via Crucis sulla Collina di Santa Croce, San Demetrio ne’ Vestini, in provincia dell’Aquila, la Ferrovia del Centro Italia, Abruzzo – Umbria – Lazio, il panorama del Castello di Rocca Calascio, in provincia dell’Aquila,  l’eremo e grotta di Sant’Angelo, Civitella del Tronto, in provincia di Teramo

Via Crucis sulla Collina di Santa Croce 

Il Comune di San Demetrio ne’ Vestini (AQ) si trova nell’area montana interna aquilana e ha poco meno di 2.000 abitanti. È costituito da sette piccoli borghi, o “ville”, e una frazione, Stiffe, dove si trovano le omonime grotte. A partire dalla frazione di Cardabello si sviluppa una Via Crucis che si inerpica sulla brulla collina del Calvario, fino alla Chiesa di Santa Croce. Il percorso devozionale, illuminato nelle ore notturne, era molto caro agli abitanti che vi salivano in processione la sera di ogni Venerdì Santo. Il comitato “Amici della Via Crucis”, di cui fanno parte la Parrocchia di San Demetrio Martire, la Croce Rossa e l’Associazione Culturale ANCeSCAO, si sta impegnando nella raccolta voti nell’undicesima edizione del censimento “I Luoghi del Cuore” per promuovere la conoscenza del sito e la sua storia.

 Ferrovia del Centro Italia, Abruzzo-Umbria-Lazio

Quasi a rappresentare la cintura del nostro Paese, la Ferrovia del Centro Italia si snoda tra le regioni Abruzzo, Umbria e Lazio. Percorrendo oltre 163 chilometri, da Sulmona arriva a Terni passando per L’Aquila e Rieti. Il suo punto più alto si trova in corrispondenza della Sella di Corno (989 metri s.l.m.) ed è anche quello con maggior pendenza dell’intera rete ferroviaria a scartamento ridotto.

Inaugurata il 28 ottobre 1883, nei suoi quasi 140 anni di vita la ferrovia è stata essenziale per gli spostamenti dei pendolari anche se nella seconda metà del Novecento, con lo sviluppo del trasporto su strada, ha perso la sua funzione di struttura strategica nei trasporti interregionali. Negli ultimi anni è stata riscoperta, grazie alla diffusione di un turismo lento legato agli antichi mezzi di trasporto e ai borghi che collega.

In questo senso, anche i diversissimi e scenografici paesaggi che attraversa hanno molto influito sul suo rilancio: la Valle Peligna fino alle strette gole di San Venanzio (Abruzzo), la via Salaria costruita dai romani più di duemila anni fa, i campanili medievali che svettano sulla città di Rieti. E ancora, è possibile sostare a Contigliano per visitare la Chiesa Collegiata, a Greccio dove San Francesco nella notte di Natale del 1223 diede inizio alla tradizione del presepe, oppurealla Cascata delle Marmore, la più alta cascata artificiale d’Europa con i suoi 165 metri di altezza. Il comitato “Ferrovia del Centro Italia” si è attivato al censimento “I Luoghi del Cuore” 2022 per richiamare l’attenzione delle istituzioni sulla necessità di conservazione e cura di questa antica infrastruttura che ha un grande potenziale nell’ambito del turismo ferroviario.

Panorama del Castello di Rocca Calascio

Dallo sperone roccioso che domina il borgo di Rocca Calascio, a quota 1464 metri s.l.m., il panorama è immenso: lo sguardo spazia dalla Catena del Gran Sasso, a nord, fino alla Majella e al Parco Naturale del Velino-Silente. Il luogo, che si compone di una rocca fortificata, di una chiesa seicentesca ottagonale e di un borgo, è talmente suggestivo che è stato scelto come set di importanti film internazionali, quali Il nome della Rosa e Ladyhawke. La fortezza, documentata già dall’anno Mille, era utilizzata come punto di avvistamento militare. Nel XV secolo fu dotata delle quattro torri perimetrali cilindriche, costruite da Antonio Todeschini Piccolomini, capostipite di un’importante casata del Regno di Napoli. Durante il Medioevo, alle pendici della rocca si sviluppò il borgo di Rocca Calascio: rocca e borgo compongono un unico organismo fortificato che, nel 1579, fu acquistato dai Medici. Oggi il borgo è quasi del tutto abbandonato, ma gli abruzzesi sono molto affezionati al Castello di Rocca Calascio e lo votano col desiderio di valorizzarlo e di renderlo ancora più noto.

Eremo e grotta di Sant’Angelo, Civitella del Tronto

Nel territorio di Ripe, una frazione del borgo fortificato di Civitella del Tronto, sono state censite ben 44 grotte. Erose naturalmente nelle pendici della Montagna dei Fiori, si trovano all’inizio del sentiero per le gole del Salinello. La cavità calcarea più imponente, alta 30 metri, è quella dedicata a San Michele Arcangelo che fu, per mille anni, dimora di eremiti.

Diverse grotte sono dedicate a questo Santo: la leggenda narra, infatti, che l’Arcangelo, dopo aver sconfitto Lucifero, lo relegò nelle viscere della terra. In realtà, questo luogo di culto ha un’origine molto più antica degli altari medievali qui lasciati dagli eremiti. Scavi archeologici hanno restituito importanti reperti che vanno dal Neolitico all’età del Bronzo, fino all’età del Ferro: oltre alle incisioni rupestri, sono stati rinvenuti diversi strumenti sia in pietra che in ceramica, oggi custoditi nel Museo Archeologico di Teramo.

La grotta è interessante anche dal punto di vista geologico: l’assoluta assenza di stalattiti e stalagmiti lascia evidente la successione degli strati rocciosi. Vi si contempla la magnificenza dei fenomeni naturali e la loro stretta relazione con la storia dell’uomo e del divino. Tutt’oggi il luogo è meta di pellegrinaggi: ogni anno il 1° maggio e il 29 settembre vi si celebra ancora messa.