NAVELLI – La ricchezza di un territorio che fa da cornice ad uno dei borghi più belli d’Italia nella fotografia scattata in uno dei momenti più importanti, quello della raccolta dei fiori dello zafferano, l'”oro rosso”.
E così, da Navelli, che conta circa 500 abitanti, in provincia dell’Aquila, il sindaco Paolo Federico ripercorre alcune delle tappe storiche più importanti che hanno portato lo Zafferano ad essere fonte di ispirazione non solo per l’enogastronomia, ma per tanti settori, generando un’attrazione che ha portato al decollo del turismo, tra i pilastri dell’economia dell’Abruzzo interno.
“Lo zafferano più buono del mondo viene prodotto qui – dice con orgoglio Federico – Questa coltura e le tradizioni di questo territorio hanno stimolato anche un turismo esperienziale, portando a Navelli tanti visitatori desiderosi di conoscere, e in qualche modo anche esportare, questi saperi in altre regioni”.
Ma assicura, non c’è competizione e non si teme in nessun caso la concorrenza: “perché è stato riconosciuto ad ogni livello, nonostante le tante esperienze, il miglior zafferano lo coltiviamo in questi terreni”.
Lo Zafferano è arrivato a Navelli intorno al 1270 grazie a un monaco domenicano appartenente alla famiglia Santucci, come racconta Federico: “Si innamorò in Spagna di questo fiore viola e pensò quindi di portarlo nel suo paese natale per farne un prodotto di eccellenza. Da oltre 50 anni viene considerato il miglior Zafferano al mondo quello prodotto su tutta la piana di Navelli, tanto che è diventato Zafferano Dop dell’Aquila”.
“Negli ultimi decenni la produzione aveva subito una battuta d’arresto ma negli ultimi anni, a gruppo di giovani, a cominciare dalla Cooperativa produttori zafferano di Navelli e dal Consorzio per la tutela dello zafferano Dop dell’Aquila, l’attività è ripresa più forte di prima”, osserva Federico.
Oggi lo Zafferano viene utilizzato in diversi settori, da quello enogastronomico a quello farmaceutico, passando per quello cosmetico.
“Aspettiamo tutti a Navelli per tre ottimi motivi: per conoscere la cultura dello zafferano, per scoprire uno dei borghi più belli d’Italia e per degustare un buon piatto a base di ‘oro rosso'”