NAVELLI –Era il 17 dicembre del 2017 e a Navelli si festeggiava la riapertura al culto, dopo l’intervento di consolidamento erestauro, della Chiesa di San Sebastiano, la parrocchiale da sempre centro di aggregazione religiosa e sociale dello splendido borgo.
San Sebastiano è una Chiesa singolare, databile al secolo XI, probabilmente costruita sui resti dell’antica città-castello medievale. Conserva esigue tracce architettoniche e decorative del XV secolo (affreschi, volte costolonate) ed è fortemente caratterizzata dal massiccio intervento settecentesco con rimaneggiamenti del secolo scorso.I suoi apparati decorativi, fissi e mobili, sono di pregio e di grande interesse, ed il loro totale recupero può restituire completezza all’edificio monumentale, ridefinendo la complessità delle sue stratificazioni e dei suoi diversi elementi.
Per questo il Segretariato Regionale del Ministero della Cultura per l’Abruzzo, stazione appaltante, e la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la Città dell’Aquila e i Comuni del Cratere stanno avviando, proprio in questi giorni, un intervento suddiviso in 6 lotti funzionali finalizzato proprio al recupero degli apparati decorativi fissi di San Sebastiano (in primis la Congrega del Sacramento) nonché al restauro e al rientro degli apparati mobili. Questi ultimi, al momento, sono conservanti in parte a Palazzo Santucci (cantoria dell’organo e bussole) e in parte nel deposito temporaneo della ex chiesa del Suffragio sempre a Navelli (tele, statue, arredi sacri).
L’intero progetto è curato da una squadra di lavoro della Soprintendenza, coordinatadall’architetto Valerio Piovanello quale RUP. La progettazione è stata realizzata dalla dottoressa Letizia Tasso (anche Direttore dei Lavori), dalla dottoressa Stefania Di Marcello e dalla dottoressa Fernanda Maria FalconMartinez, collaboratrice della Direzione Lavori. La Responsabile della movimentazione e censimento delle opere d’arte è la dottoressa Sofia Concetta Cucchiella Vittorini, mentre la dottoressa Deneb Teresa Cesana ha seguito le necessarie attività archeologiche. Unico supporto esterno l’architetto Anna Rita Iurino, in qualità di Coordinatore Sicurezza in progettazione ed esecuzione.
Il progetto, finanziato per € 300.000,00 da Delibera CIPE 112/2017 ed approvato lo scorso mese di aprile,prevede 6 lotti funzionali così suddivisi:
1. Allestimento della cripta per conservazione delle mummie e movimentazione degli arredi lignei;
2. Restauro e rimontaggio degli arredi lignei (cantoria, parte lignea dell’organo, due bussole, coro);
3. Restauro della parte fonica dell’organo;
4. Restauro degli apparati decorativi fissi (lapideo esterno ed interno, altari, superfici Congrega, affreschi);
5. Restauro degli apparati decorativi mobili (dipinti su tela, sculture lignee e polimateriche, arredi sacri)
6. Restauro degli individui mummificati e loro trasporto nella cripta.
L’intervento è stato predisposto in modo da garantire l’apertura della chiesa per le funzioni più importanti, avendo cura di allestire una piccola area di cantiere per il lotto n. 2. Il lotto n. 1 non interferirà con l’uso della chiesa, come anche il lotto n. 3, dal momento che l’organo verrà portato in un laboratorio di restauro. Il lotto n. 4 sarà organizzato per piccoli cantieri, altare per altare. Le opere mobili, al pari dell’organo, saranno invece man mano restaurate in appositi laboratori.Il restauro degli individui mummificati verrà eseguito in amministrazione diretta, ovvero internamente alla struttura della Soprintendenza, con l’acquisto delle forniture specifiche.
Sono già state avviate le procedure di gara per il Lotto n. 1, che si prevede di appaltare prima dell’estate. Contemporaneamente si partirà con il Lotto n. 3 (restauro dell’organo), in modo da restituire gli spazi del Palazzo Santucci al Comune, ed a seguire con gli altri lotti, per un periodo stimato di circa un anno e mezzo di lavoro.
Così il Segretario Regionale del Ministero della Cultura per l’Abruzzo, dottor Nicola Macrì, accoglie l’avvio dell’importante progetto di completamento del recupero della parrocchiale di Navelli: “Le Chiese dei borghi antichi, non solo abruzzesi, sono preziose quali beni monumentali, ma soprattutto come luoghi identitari, che scandiscono il tempo quotidiano della comunità. Per questo è necessario dare slancio al loro recupero, nel vasto territorio del cratere sismico, e restituirle alla fruizione nella loro completezza. Il restauro degli apparati decorativi di San Sebastiano è per questo quasi un progetto “pilota”, che – grazie allo straordinario impegno del gruppo di lavoro della Soprintendenza – garantisce la massima efficacia delle azioni messe in campo per la tutela del patrimonio, tenendo conto dell’importanza di mantenere aperta ed attiva la Chiesa per gli abitanti del territorio”.
“Si tratta di un importante intervento di completamento del restauro di una pregevole ed interessante chiesa, pluristratificata, parte integrante del costruito storico del paese di Navelli, uno dei borghi più belli d’Italia – dichiara l’architetto Tonino Di Stefano, Soprintendente Delegato per L’Aquila e Cratere dal Direttore Generale Archeologia Belle Arti e Paesaggio –. La Chiesa, già interessata da un importante intervento tra il 2016 ed il 2017, costituisce un esempio virtuoso di fattiva e proficua collaborazione tra enti dello stesso Ministero, il Segretariato, stazione appaltante, e la Soprintendenza, che ha messo a disposizione i suoi tecnici per la progettazione e gestione del cantiere. È questo un caso in cui l’intero percorso è stato e sarà curato da personale interno al nostro Ministero, con estrema professionalità e devozione alla tutela del patrimonio culturale abruzzese, nonostante le difficoltà ed il grande carico di lavoro che dal 2009 grava sulla Soprintendenza. Particolare attenzione è stata data a questo importante monumento, scrigno di una molteplicità di tesori, dalle strutture architettoniche agli apparati decorativi fissi e mobili, al patrimonio nascosto sotto le strutture visibili ed all’innegabile fascino degli individui mummificati, fonti di importanti informazioni su usi e costumi del passato, che con questo intervento troveranno adeguata sistemazione sempre al di sotto dell’edificio sacro, nell’ottica della loro conservazione, studi ulteriori e dignità umana”.