L’AQUILA – Ieri sera alle 19 si è tenuto, nella sede del CAI L’Aquila in Via Sassa, l’evento “Pareva che io fussi in aria. Sulle tracce di De Marchi: la scalata di Barmasse nel film Monte Corno”.
Ospiti della serata il regista del film Monte Corno, Luca Cococcetta, Vincenzo Brancadoro, presidente della sezione CAI L’Aquila, Antonio Montani presidente CAI nazionale in diretta streaming e Hervè Barmasse, quarta generazione di guide alpine del Cervino, maestro di sci e snowboard, istruttore nazionale delle guide alpine, alpinista e scrittore.
L’evento è stato moderato da Rubino de Paolis, istruttore nazionale di alpinismo.
Barmasse prenderà parte al film “Monte Corno. Pareva che io fussi in aria”, prodotto da Visioni Future Srl e diretto da Luca Cococcetta, dedicato alla prima scalata del Corno Grande realizzata da Francesco De Marchi il 19 agosto 1573.
Dalle battute ironiche sul rivedere la data di nascita dell’alpinismo, all’ascesa di De Marchi al Corno Grande nel 1573, al racconto della sua storia, il focus di tutti gli interventi ha fatto leva sulla motivazione che spinge le persone ad andare in montagna.
Il Presidente Montani ha voluto ricordare come il CAI ha appoggiato la produzione del film Monte Corno come main sponsor, dopo una lunga pausa di finanziamenti a produzioni cinematografiche che durava dal 1954, anno in cui ha prodotto Italia K2. Il CAI ha condiviso e appoggiato il progetto perché vuole riportare l’attenzione all’alpinismo come tema fondante dell’ente.
“De Marchi coltiva davvero un sogno, il sogno di chi vuole andare in montagna solo per la propria intima soddisfazione e anche le motivazioni scientifiche sono un pretesto per celare il suo spirito di avventura. De Marchi muore 3 anni dopo la salita del Corno Grande ed è come se questo sogno l’avesse accompagnato per metà della sua vita ed ecco perché incarna lo spirito che può essere riconosciuto come quello dell’alpinista moderno. E non ci deve essere un utile se c’è piacere” ha detto Vincenzo Brancadoro. Dal canto suo Hervè ha sottolineato come “tutti quelli che scalano sono assuefatti dai gradi, dai livelli, ma i gradi sono nati per dare un riferimento alle persone sulle difficoltà che avrebbero incontrato. Se io apro una via nuova sul Cervino, sto esplorando i miei limiti, ma non è l’esplorazione di una persona che sta salendo in vetta sulla via normale, quella esplorazione è voglia di scoprire. Non è importante la via se andate in montagna e siete felici. E’ esplorazione non geografica, ma personale, l’esplorazione vera, probabilmente quella di De Marchi”.
Ha concluso l’evento il regista Luca Cococcetta che, esponendo il duplice sentire di soddisfazione e difficoltà delle riprese in vetta, ha raccontato di come sia in verità scattata una scintilla con la storia di De Marchi in tutte le persone del cast di Monte Corno. Forse perché è una storia fuori dalla contemporaneità del discorso dei record. Ma è una storia coinvolgente perché rientra nella passione e felicità di godersi la montagna.
Cococcetta ha continuato, proiettando il trailer del film Monte Corno che uscirà indicativamente a febbraio “spesso la montagna si ricostruisce in computer grafica, noi abbiamo girato tutto sul Gran Sasso, anche la parte di fiction. Ecco perché speriamo in un risultato bello e reale. Siamo l’unico film dal 1954 girato sul Gran Sasso, e questo ci riempie di orgoglio.
Un personalissimo intervento di Barmasse sul suo alpinismo ha rapito la sala e, concludendo, Hervé ha augurato a tutti di essere felici in ogni impresa e di rivedersi alla prima del film Monte Corno.