L’AQUILA – La 729° Perdonanza Celestiniana in programma a L’Aquila ad agosto offre l’occasione per una riflessione sul senso del sacro e il suo significato nel nostro tempo.
Intorno alle declinazioni della sacralità e delle sue rappresentazioni, dei suoi riti e dei luoghi ad essa deputati si snoda LUCO, una mostra diffusa promossa da F’Art Associazione per la promozione delle arti visive contemporanee, curata da Barbara Pavan e patrocinata dal Comune di L’Aquila, che inaugura nel capoluogo abruzzese sabato 5 agosto 2023 a partire dalle ore 18.
Il percorso espositivo sarà articolato in tre sedi suggestive all’interno di edifici storici – il cortile di Palazzo Lucentini Bonanni in piazza Regina Margherita 7, la Galleria Italia in corso Vittorio Emanuele 79 e lo spazio espositivo di F’Art Gallery in via San Francesco di Paola 13 – che ospiteranno le opere e le grandi installazioni di Jacobo Alonso, Elizabeth Aro, Pietrina Atzori, Michela Cavagna, Cenzo Cocca, Carla Crosio, Barbara D’Antuono, Magdalena Fermina, Donatella Giagnacovo, Monica Giovinazzi, Anneke Klein, Clara Luiselli, Florencia Martinez, Miriam Medrez, Saba Najafi, Lucia Bubilda Nanni, Giulia Nelli, Federica Patera e Andrea Sbra Perego, Elena Redaelli, Beatrice Speranza, Giulia Spernazza, Elisabeth Tronhjem, Yukoh Tsukamoto.
LUCO sarà visitabile con ingresso libero fino al 30 agosto 2023 (e fino al 10 settembre a F’Art Spazio per le Arti Visive Contemporanee) con orari variabili nelle diverse sedi.
“LUCO deriva dal latino lucus che in origine indicava una radura boschiva più esposta alla luce solare, come suggerisce l’affinità con lucēre (brillare, splendere), e che presso i Romani si identificava per estensione con il Bosco Sacro dimora di divinità e di potenze principalmente legate alla natura e di cui la toponomastica restituisce ancora oggi la traccia (Piediluco, Monteluco, Luco dei Marsi, ecc.). La pluralità generazionale e di provenienze geografiche e background culturali degli artisti consente un’altrettanta molteplicità di interpretazioni e di sfumature che apre la strada ad ulteriori confronti e riflessioni sull’evoluzione dell’esigenza che accompagna l’umanità dai suoi albori di trovare un senso alla finitezza e alla fragilità dell’esistenza”, si legge nella nota.