PONTE DELL’IMMACOLATA: INCERTEZZA FRENA IL TURISMO,
IN ABRUZZO PERNOTTAMENTI SOTTO LA MEDIA

Gennaio 7, 2022 15:24

ROMA – L’incertezza frena la ripartenza del turismo, ma non cancella il Ponte dell’Immacolata.

Secondo le stime, tra il 4 e l’8 dicembre le strutture ricettive italiane avrebbero dovuto registrare 4 milioni di pernottamenti, anche se molte stanze sono rimaste vuote: il tasso di occupazione delle camere disponibili è infatti mediamente del 62%, 14 punti in meno del 2018, ultimo ponte pre-Covid (nel 2019 l’8 dicembre era domenica).

In Abruzzo le prenotazioni sono inferiori anche rispetto al dato nazionale, attestandosi intorno al 52%.

È quanto emerge dalle stime elaborate dal Centro Studi Turistici di Firenze per Assoturismo Confesercenti sulla base di un’indagine realizzata sui portali online di promo-commercializzazione turistica.

Le misure di contenimento per la risalita dei contagi dovrebbero allontanare le ipotesi di nuove ulteriori restrizioni, ma la situazione del settore rimane sempre molto complicata.

I risultati migliori sono emersi per alcune regioni del Nord (Piemonte, Valle d’Aosta, Lombardia, Emilia-Romagna) e del Centro Italia (Lazio e Toscana). Per le altre regioni mediamente i risultati si attestano su valori vicini al 60%, ad eccezione di Abruzzo, Molise, Basilicata, Calabria e Sicilia, che scendono sotto questa soglia. Il flusso maggiore di visitatori si registrerà nelle città/centri d’arte – che vedono occupate 7 camere su 10 – ma valori interessanti risulterebbero anche per le località dei laghi e della montagna.

“L’incertezza causata dal ritorno dell’emergenza Covid sta facendo sentire i suoi effetti anche sul mercato domestico”, spiega Vittorio Messina, presidente di Assoturismo Confesercenti.

“Dopo aver bloccato o quasi gli arrivi di turisti stranieri, il timore della quarta ondata (e l’ombra di possibili restrizioni) – aggiunge – iniziano a frenare anche la domanda da parte dei viaggiatori italiani. Un colpo alla ripresa del settore, che dopo la buona performance estiva ha visto un progressivo peggioramento delle prospettive. C’è bisogno di fare di più per sostenere la filiera: il settore rischia un nuovo stop di fatto, è urgente prorogare aiuti per le imprese e tutele per i lavoratori”.