RECOVERY PLAN: 70 MILIONI PER CRATERE 2009, USRC VARA PIANO PER TURISMO DIGITALE

Dicembre 17, 2020 7:03

L’AQUILA  – Ben 70 milioni di euro da utilizzare nei 56 comuni colpiti dal sisma 2009 in sistemi di alta tecnologia per aprire le porte a beni culturali oggi inaccessibili e senza custodi con una “chiave digitale” e ottenere tutte le informazioni da “guide virtuali”,  per riattivare beni ed infrastrutture dismesse come ferrovie, caselli ferroviari, case cantoniere, per valorizzare la struttura territoriale dell’incastellamento medievale, per mettere in sicurezza e restaurare edifici d’interesse non beneficiari di contributi della ricostruzione.

Sono solo alcune delle proposte progettuali di “Open Abruzzo: cultura e territorio nelle tue mani”, elaborate dall’Ufficio speciale della ricostruzione dei comuni del cratere (Usrc), diretto dall’ingegnere Raffaello Fico, inserite nella “banca-progetti” della Regione Abruzzo che ambisce ad accedere a quota parte dei 207 miliardi di fondi europei del Recovery plan, la manna dal cielo attesa dall’Italia per far fronte ad una crisi economica e sociale devastante innescata dall’epidemia di coronavirus.

“Queste proposte – spiega Fico ad Abruzzoweb – sono in linea con le iniziative già avviate e da affiancare ed integrare alla ricostruzione materiale. La priorità resta infatti quella di frenare un trend di spopolamento in essere ben prima del sisma 2009, puntando innanzitutto sulla valorizzazione di uno straordinario patrimonio artistico e culturale, per moltiplicare non solo l’afflusso turistico, ma anche per favorire nuove attività economiche e residenzialità, in luoghi che offrono qualità ambientale, stili di vita in linea con il principio della sostenibilità. Effetto positivo di queste azioni è anche un input sul mercato immobiliare, perché lo sforzo della ricostruzione non può avere come risultato quello di avere case belle e sicure, ma non abitate e che diventa difficile anche vendere o affittare”.

Le proposte abruzzesi, comprese quelle relative al cratere 2009 sono state inviate al governo a metà ottobre, e inserite nel  Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), coordinato dalla Presidenza del consiglio dei ministri. Una prima risposta sull’ammissibilità di questi progetti, al netto dello scontro politico in atto sulle tipologie e consistenza delle varie poste allocate,  si potrà avere già a febbraio-marzo e poi dovrà essere una corsa contro il tempo per spendere  rendicontare entro un paio d’anni.

“La proposta Usrc, divisa in sei macro temi, andrà poi affinata e gli interventi geolocalizzati in base alle vocazioni e peculiarità dei territori dove la ricostruzione degli edifici privati è alla metà dell’opera, degli edifici pubblici a circa il 40% e degli edifici scolastici al 60%”, aggiunge Fico.

Vediamo dunque in dettaglio i singoli tematismi progettuali.

C’è innanzitutto l’asse “Turismo in digitale”: “un sistema per fruire dei beni architettonici attraverso un sistema tecnologico diffuso (sistema turistico digitalizzato) che “permette di accedere fisicamente attraverso l’identità digitale anche nel più remoto sito di interesse culturale”.  Detto in soldoni: chiese, torri castelli, palazzi storici, aree archeologiche prive di custodi e guide, da anni con porte sbarrate, potranno essere accessibili e visitate grazie ad una “chiave digitale”, personalizzata e registrata, che consentirà l’ingresso al bene artistico, dove “guide virtuali” illustreranno storia e peculiarità,  attraverso le molteplici soluzioni che oggi la tecnologia offre.

C’è poi la voce “Infrastrutture per il turismo”, ovvero il miglioramento dell’accessibilità al territorio tramite la mobilità dolce, mettendo al centro ciclovie e tratturi, su scala sovraregionale. La “Soft mobility” è il progetto  dedicato invece alla mobilità lenta interna all’area del cratere, ovvero reti di cammini e sentieri interconnessi tra loro, chiaramente mappati e facilmente fruibili.

Il “Recupero dei beni culturali” è stata presentata come una proposta complementare all’attività di ricostruzione per tutti quei beni architettonici che anche se non danneggiati dal sisma necessitano di essere messi in sicurezza.  “Questa azione implementerebbe quantitativamente il numero di punti di interesse da mettere a sistema, conferendo maggiore valore all’intero sistema proposto”, si legge nella scheda.

A seguire le “Reti dismesse”, ovvero riattivare beni ed infrastrutture inutilizzate come ferrovie, caselli ferroviari, case cantoniere, rifugi così da metterli a sistema come elementi di servizio alla rete di area vasta.

Originale il progetto “Visuali panoramiche”, per la valorizzazione della rete territoriale dell’incastellamento medievale con azioni fisiche, ad esempio con una adeguata illuminazione, ed anche digitali, ovvero app con consentano di  ricostruire visivamente il sistema difensivo nelle loro forme originali, permettendo la comprensione ed implementando il brand territoriale.

Infine, ovviamente, il “Marketing territoriale”, con l’ individuazione di un brand efficace ed una digital identity card collegata ad una piattaforma di servizi alla fruizione del territorio.

“Siamo fiduciosi che il nostro progetto potrà avere il via libera – spiega Fico -, essendo del resto pienamente aderente con le linee guida dettate dall’Europa e recepite dal Piano nazionale, ovvero promozione del digitale e dell’industria culturale e del turismo, competitività e resilienza del sistema produttivo, favorire la transizione verde ed ecologica, istruzione, formazione, ricerca e cultura, equità sociale e territoriale. La fase operativa prevede come soggetti attuatori i Comuni del cratere, che dovranno calare i progetti nella specificità del territorio, e a cui l’Usrc come oramai avviene in modo strutturale nel processo di ricostruzione, darà tutto l’apporto necessario. Sarà in ogni caso uno sforzo di progettualità corale e integrata che ha un valore che trascende anche lo specifica iniziativa”.

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