“STRADE STORICHE, MONUMENTI DA SALVARE”: PRESENTAZIONE A L’AQUILA DEL LIBRO DI RUTIGLIANO

Marzo 28, 2023 13:48

NAVELLI – “Pensate per essere belle, negli arredi e nelle lunghe alberate, furono il momento magico dell’ultima Italia intatta. Non ci si è accorti per tempo del loro essere monumenti, unitari e lineari. Molte sono state distrutte. Molte sono ancora là, dimenticate, in attesa di essere riscoperte e restaurate. Necessarie oggi per quel turismo – attento, lento e curioso – che va alla ricerca delle aree interne, dei paesi antichi e del paesaggio storico”.

E un passaggio del  libro di Oreste Rutigliano “Strade storiche. Monumenti da salvare”, che sarà presentato, su iniziativa di Italia nostra, il il 31 marzo alle ore 17.30, presso la Libreria “Colacchi” dell’Aquila.

Il volume è dedicato a quel patrimonio di strade, “storiche” per periodo di costruzione quanto suggestive per i loro valori paesaggistici, che sono state nel tempo alterate o che ancora, miracolosamente, resistono all’avanzare del progresso e ai culti della modernità “a quattro ruote”. Strade meritevoli, quindi, di un’adeguata politica di tutela. L’autore, esponente di spicco di Italia Nostra è stato già stretto collaboratore del mai dimenticato Antonio Cederna .

L’introduzione del libro è di Vittorio Sgarbi, la  postfazione di Enzo Siviero.

“In principio ci furono le strade romane – spiega l’autore -. Poi dopo un lungo medioevo il Sette-Ottocento diede mano a molte strade carrozzabili, che ospitarono a seguire le prime automobili. L’entusiasmo della prima metà del Novecento si dedicò a creare una rete di strade rotabili, capace di condurre ovunque. Furono chiamati a realizzarle i più abili tra gli ingegneri, e rispettosi del decoro e del paesaggio. Costruite a forza di braccia, con le tecniche e i materiali antichi, si adagiarono sul dorso delle colline, disegnando curve sinuose, scalarono i monti con molteplici tornanti su possenti costruzioni di pietra, traversarono ripidi versanti valicando gole e torrenti con ponti arditi a uno o più archi”