L’AQUILA, IL MEDIOEVO E DINTORNI: LE RADICI DI UNA CITTA’

Novembre 17, 2021 16:21

L’Aquila è un comune italiano di 69.956 abitanti, situato a 721 metri sul livello del mare, nel cuore dell’Abruzzo.

Nel 1259 la città appena fondata fu rasa al suolo da Manfredi, causa la fedeltà cieca dimostrata alla Chiesa nella contesa tra papato e impero. Fu Carlo I d’Angiò a dirigere il recupero della cittadina, culminato nel 1276 con i lavori per la ricostruzione della cinta muraria. La città venne suddivisa e i quarti ottenuti donati ai castelli fondativi: ogni comunità realizzò una piazza, una chiesa e una fontana.

Parte della storia aquilana è legata alla figura dell’eremita Pietro da Morrone, che nel 1288 fece costruire la basilica di Santa Maria di Collemaggio, un capolavoro dell’arte romanica. È proprio qui che l’eremita venne incoronato papa con il nome di Celestino V nel 1294; appena quattro mesi dopo lo stesso Celestino V rifiuterà la carica, non prima però di aver emanato una Bolla, con la quale concedeva l’indulgenza plenaria e universale all’intera umanità. Quello di Pietro da Morrone può essere quindi considerato il primo giubileo della storia.

La storia della città si snocciola attraverso alcune delle più influenti forme di governo dell’Italia del XIII secolo: dapprima una delle grandi città del Regno di Napoli, passò poi al Regno delle due Sicilie, terminando con l’annessione al Regno d’Italia e infine come capoluogo d’Abruzzo. Il nome trae spunto dalla simbologia delle insegne imperiali di Federico II, in assonanza con il rapace tipico della zona.

Il 1400 è un anno fiorente per la città: il commercio di lana e zafferano permise di estendere i rapporti con Firenze, Genova e Venezia, fino in Francia, Olanda e Germania. Nel 1428,L’Aquila riceve da Ferdinando d’Aragona il privilegio della Zecca e conseguentemente il permesso di battere moneta; altra data importante è quella del 1458, anno in cui viene istituita l’Università. In questi secoli la città viene attraversata da tre grandi santi francescani: S. Giovanni da Capestrano, S. Bernardino da Siena e S. Giacomo della Marca.

Nel 1500 L’Aquila venne occupata e saccheggiata da Filiberto d’Orange, viceré e luogotenente del Regno di Napoli, il quale costrinse i cittadini a versare nelle casse spagnole una esosa tassa; una piccola postilla di questo periodo da sottolineare è sicuramente la fondazione del Forte spagnolo.
Con la successione di Margherita d’Austria alla fine del ‘500, L’Aquila recupererà parte del suo antico splendore; la sovrana, governatrice dei Paesi Bassi, fece ritorno in Italia nel 1568 per dedicarsi all’amministrazione dei feudi abruzzesi del Regno. Un periodo tranquillo e fruttuoso sarà destinato a protrarsi sino al 1600, anche grazie al ruolo svolto dai padri Gesuiti, cui si deve la realizzazione dell’Aquilanum Collegium, nucleo fondativo dell’odierna Università dell’Aquila.

Durante il Risorgimento, gli aquilani parteciparono ai moti rivoluzionari sotto la guida di Pietro Marrelli, il quale, nel 1860, ospitò Giuseppe Mazzini. Tra ‘800 e ‘900 nascono le grandi opere urbanistiche tuttora note, come i giardini della Villa Comunale e il viadotto per Collemaggio; il Teatro Comunale, il Palazzo dell’Emiciclo e i Portici.
Nel ventennio fascista, invece, verrà sistemata l’area settentrionale della città: da qui, la costruzione della Fontana Luminosa e la realizzazione della zona degli impianti sportivi.

Data emblematica è certamente quella del 1943, quando nell’albergo di Campo Imperatore venne imprigionato Benito Mussolini, successivamente liberato dai tedeschi che occuparono la città; è questo uno dei periodi più tristi per la città, tra violenza e terrore, conclusosi solo con la loro ritirata, il 13 giugno 1944. Fondamentale ricordare, su questa scia storica, il 23 settembre 1943, data in cui dieci giovani aquilani vennero catturati tra le montagne Collebrincioni: nove di loro (i Nove Martiri Aquilani) vennero fucilati.
Anche la località di Onna fu testimone di alcune tragedie: il 2 giugno 1944, in seguito all’uccisione di un ufficiale tedesco, venne compiuta una tremenda rappresaglia, nella quale perse la vita una ragazza; pochi giorni più tardi vennero sequestrate 24 persone, di cui 16 vennero mitragliate e fatte saltare in aria. Il 7 giugno 1944 l’ennesimo assalto ai tedeschi causò l’uccisione di 17 innocenti a Filetto, vicino Paganica.

Nel dopoguerra, L’Aquila ha vissuto un momento di crescita demografica e conseguente espansione edilizia al di fuori della cinta muraria.

Peculiarità sfortunata del territorio è certamente l’assidua presenza di eventi sismici: nel corso dei secoli, L’Aquila ha subito la furia di diversi terremoti. Alcuni degli eventi sismici più devastanti colpirono la città nel 1646, nel 1672 e nel 1703, radendo L’Aquila al suolo. La città venne ricostruita ancora, prendendo le tipiche forme del barocco.
Il 6 aprile 2009, alle ore 3:32, la città è stata colpita da un terremoto di magnitudo 6,3 della Scala Richter, l’ultimo storicamente riportato, il quale portò L’Aquila al centro dei media internazionali per diversi mesi.

Oggi gran parte del centro storico è stata recuperata e ristrutturata.

Oltre l’impatto e le vicissitudini storiche della cittadina, ricordiamo la bellezza naturale del territorio abruzzese e nei dintorni del capoluogo.
Tra i luoghi più consigliati, in provincia dell’Aquila, troviamo le famose grotte di Stiffe, scavate dall’erosione dell’acqua e che si stanziano per oltre 600 m; il lago Sinizzo, in località San Demetrio ne’ Vestini, tappa ambita da giovani e famiglie, circondata da querce e salici piangenti; Rocca Calascio, uno dei luoghi icona dell’Abruzzo, location di molti film nazionali ed internazionali e il cui panorama abbraccia Gran Sasso e Campo Imperatore.

L’Aquila, essendo circondata dalle catene del Sirente e del Velino (Parco Regionale) e dalla catena del Gran Sasso d’Italia (Parco Nazionale), si presenta come il punto geografico ideale da cui programmare gite ed escursioni.