L’AQUILA – “Con un concerto in meno, e con qualche pastore in più al tavolo delle decisioni organizzative, si sarebbe potuto recuperare forse un antico fontanile, o uno storico stazzo, e questo lascia un po’ di amaro in bocca”.
E un passaggio di una lettera aperta al presidente della Regione, Marco Marsilio, vergata da Nunzio Marcelli, economista, pastore con 1.800 pecore e capre al pascolo, titolare del bio-agriturismo La Porta dei Parchi di Anversa degli Abruzzi, in provincia dell’Aquila.
Al centro della missiva il cartellone del Festival della transumanza, in corso dall’8 luglio e che fino al 31 agosto prevede eventi in 15 comuni abruzzesi, “dislocati sulle antiche vie dei tratturi”, con un finale, ad ottobre, all’auditorium Parco della Musica di Roma, con la partecipazione di vip quali Peppe Servillo, Angelo Branduardi, ‘Nduccio, Federica Carta, Davide Rondoni e altri ancora.
Marcelli. contattato da Abruzzoweb, specifica che nella lettera di non avercela tanto con il festival, che rappresenta comunque un momento di sensibilizzazione e conoscenza e buona musica e in trattenimento, ma con una più generale tendenza alla spettacolarizzazione che rende la civiltà della transumanza “una foto in bianco e nero e un mero souvenir”, quando invece i pastori, seppure in autunno non menano più le pecore in Puglia a piedi lungo l'”erbal fiume silente”, esistono ancora, sempre di meno e con tanti problemi. E Marcelli è certo che si può e si deve guardare avanti, “per far tornare la pastorizia, ridare dignità all’allevamento delle pecore, una voce economica importante della regione”
Spiega infatti Marcelli: “oggi c’è un prodotto che tira, che è sulla cresta dell’onda, quello dell’arrosticino di pecora, tanto che sono in essere iniziative per introdurre marchi qualità. Ma la carne arriva quasi tutta dall’estero. I capi allevati in Abruzzo sono 160mila, quelli necessari a soddisfare la domanda di carne per produrre arrosticini, sono pari a 900mila, di pecore allevate e macellate all’estero, tanto che qui le industrie di trasformazione si limitano a ‘inzeppare’ i pezzi di carne negli spiedini di legno…”.
E dunque rivela: “con miei colleghi abbiamo elaborato un piano, una strategia pluriennale che con moduli produttivi, di 50o capi ad attività, con adeguati incentivi e accompagnamento dei giovani pastori, si può arrivare ad avere qui in Abruzzo un milione di pecore, da destinare alla produzione della carne, sodisfacendo, se si si vuole, tutto il fabbisogno dei mitici arrosticini. E si possono creare anche 3mila nuovi posti di lavoro”.
Del resto ribadisce Marcelli, “abbiamo abbondante disponibilità di pascoli di primissima qualità, che ora però fruttano solo contributi milionari, con il meccanismo dei titoli Agea, che vengono erogati, con le leggi attuali, anche se non produci un grammo di carne e formaggio, o un litro di latte, ed è possibile far pascolare anche semplici asini, che costa meno e comporta molto meno impegno e manodopera”.
Questa dunque per Marcelli la priorità che doveva essere posta al centro delle iniziative sulla transumanza. Scrive pertanto nella lettera: noi pastori in attività siamo “sempre meno coinvolti in una kermesse che ha preferito dare più spazio alla musica e meno alla pastorizia”, “coinvolti nell’evento non direttamente, con gli enti preposti che non hanno saputo cogliere al meglio le potenzialità, i valori e le esigenze che i pastori di oggi avrebbero potuto offrire ad un simile progetto, in termini di contenuti”.
Scrive ancora Marcelli: “la manifestazione, che in apertura ha assorbito la ‘Fiera della Pastorizia di Piano Roseto’, giunta alla sua 160ª edizione, proseguirà proponendo il convegno Transumanza, Cultura, Tradizioni, Opportunità, che verrà replicato qua e là ben nove volte, ma per il resto avrà un carattere prevalentemente musicale, sia per la quantità di concerti in programma che per la presenza di un direttore artistico come Ambrogio Sparagna, noto musicista ed etnomusicologo laziale. Dagli Organetti in Festa ad Angelo Branduardi quindi, la musica garantirà la necessaria presa su un pubblico che si auspica possa essere vasto e motivato. Portare turismo in terra d’Abruzzo è l’obiettivo dichiarato in quest’operazione dal Consiglio regionale abruzzese e dalla Regione Abruzzo, e questo non può che far felici molti dei nostri operatori economici – albergatori e ristoratori in primis – oltre gli amministratori locali.”
Ma appunto non del tutto i pastori: “Se fosse stato previsto di portare nel cuore di ogni singolo evento i valori ecologici del pastoralismo odierno – dalla biodiversità all’attività antincendio, dalla fertilità dei suoli alle produzioni ecosostenibili – si sarebbero dati di certo maggiore sostanza e più contenuti alla proposta. Nello scrivervi queste poche righe penso che – forse per l’età che avanza in me, forse per la speranza che i figli ancora al nostro fianco possano vivere di pastorizia e allevamento e garantire alla pastorizia un futuro – dobbiamo confidare nella possibilità che la Regione Abruzzo voglia fare sistema anche con noi in futuro, in maniera più ampia e (con)vincente”.
A dirlo, conclude Marcelli, “è un pastore e imprenditore che mettendo in gioco qualche dote e intraprendenza ha portato già da vent’anni l’Abruzzo pastorale negli Stati Uniti, in Giappone, in Australia e in altri Paesi del mondo. Un pastore che ogni anno da allora accoglie, in occasione della propria transumanza – lungo le Gole del Sagittario e verso la Piana delle Cinque Miglia – turisti paganti da ogni parte del mondo in quella forma di turismo “slow” che l’Abruzzo tutto ora spera di ospitare”.