L’AQUILA – “Essere destinazione turistica significa lavorare con più organizzazione su dati concreti, coinvolgendo tutti gli operatori del settore e partendo dai numeri reali. Diversamente rischiamo di parlare di ipotetici incrementi sugli afflussi basandoci su percentuali astratte, che potrebbe essere solo controproducente. In vista della stagione estiva, della Perdonanza, ma, soprattutto, della Capitale della Cultura, dobbiamo farci trovare preparati, non possiamo arrivare in ritardo”.
A sostenerlo è Andrea Spacca, direttore tecnico e della cooperativa sociale Explora Tourism Services che ha dato vita a WelcomeAq, agenzia di viaggi e secondo info point Iat dell’Aquila autorizzato dalla Regione Abruzzo.
Un tema, quello delle presenze turistiche nel capoluogo regionale, sempre più al centro del dibattito considerata la recente proclamazione del capoluogo regionale a Capitale italiana della cultura 2026, un riconoscimento che impone, è stato evidenziato da più parti, una programmazione adeguata. Al momento dal Comune si attendono ancora i dati della Regione relativi al 2023 ma intanto in città se da un lato qualcuno parla di crescita, dall’altro c’è chi lamenta una situazione di stallo, soprattutto tra i commercianti in un centro storico ancora alle prese con la ricostruzione e con la cronica assenza di parcheggi.
“Per quella che è la nostra sola esperienza possiamo parlare di un leggero incremento delle presenze, siamo intorno al 30% dall’inizio dell’anno ma, al momento, non possiamo considerarlo un dato così significativo – evidenzia Spacca – Occorre poi fare una netta distinzione tra ‘visitatori’ e ‘turisti’, tra chi arriva in città per qualche ora e chi resta prevedendo anche pernottamenti. È sicuramente gratificante vedere un centro sempre più animato ma non abbiamo reale contezza del tipo di frequentatori. Il primo riscontro è quello economico, questi flussi che si segnalano soprattutto alle porte della bella stagione incidono in modo significativo sulla nostra economia? È da qui che dobbiamo partire”.
Da qui l’appello: “Un’organizzazione efficiente dovrebbe prevedere un sistema di raccolta dei dati, partendo dalle presenze giornaliere fino a quelle più lunghe, coinvolgendo gli operatori turistici e gli alberghi presenti sul territorio, riscontrando anche i numeri delle strutture ricettive e delle attività in generale. Se non si parte da queste premesse non solo è difficile fare programmazione ma diventa rischioso investire energie. Un metodo che dovrebbe entrare a regime entro il 2026 ma proseguire negli anni a venire, la Capitale della Cultura deve rappresentare un nuovo inizio, non un semplice traguardo”.