L’AQUILA – “Speriamo che chi dovrebbe investire nel turismo, abbia capito che il momento per farlo è adesso. Non fra qualche anno, né domani ma adesso. Perché che il settore turistico sia stato tra i più colpiti da questa pandemia è ampiamente assodato e ormai noi operatori boccheggiamo in acque appena sufficienti a farci sopravvivere. Come è assodato che i ristori sono stati pochi, frammentari e non tutti ne hanno beneficiato ma, come dico sempre, una volta inquadrati i problemi, bisogna inesorabilmente concentrarsi sulle soluzioni”.
I telefoni non squillano ormai da mesi, nemmeno per disdire le prenotazioni, ma gli operatori turistici dell’Aquilano non mollano e, anzi, hanno tutte le intenzioni di farsi trovare pronti per la bella stagione in arrivo. Covid permettendo, visto che la pandemia e la miriade di decreti governativi varati nei mesi passati hanno in pratica messo in ginocchio l’intero sistema turistico italiano che, da solo vale il 13 per cento del Pil nazionale. Tutti, o quasi, lavoratrici e lavoratori autonomi impiegati nel settore dell’accoglienza, per lo più a partita Iva, e che hanno subìto un drastico calo del lavoro a partire dal marzo 2020. Anche in Abruzzo, dove il comparto ha dato però qualche segnale di ripresa a ridosso del periodo estivo, con le strutture ricettive che, per la prima volta dopo anni, hanno anzi registrato un vero e proprio boom di prenotazioni.
Ed è proprio alla luce di tutto questo che, nonostante al momento la possibilità di trovare nuove date o posticipare si infranga, letteralmente si frantumi, contro le restrizioni attuate dal governo per far fronte alla diffusione del virus, le guide e gli accompagnatori aquilani sono già a lavoro per a farsi trovare pronti, nell’eventualità di un allentamento delle misure. Tra questi, Lisa Andreucci, accompagnatore turistico che risiede nella piccola frazione di Caporciano (L’Aquila), dove gestisce un b&b, la dimora storica Il Milord e, insieme alla famiglia, si prende cura dell’importante complesso monastico benedettino che comprende l’Abbazia di Santa Maria Assunta e l’Oratorio di San Pellegrino.
La cosiddetta Cappella Sistina d’Abruzzo, ormai chiusa dall’inizio dell’estate. “Giustamente”, afferma la giovane, perché “se solo riaperture dovessero vanificare sacrifici fatti per la salute comune, che abbiamo capito essere un bene più inestimabile di ogni altro, di certo non si potrebbe tornare a svolgere serenamente nemmeno l’attività di accoglienza”.
“L’Abruzzo è una regione turistica e culturale e qui le persone possono realmente vivere di questo – dice ad AbruzzoWeb-. Noi Abruzzesi più di altri, siamo radicati al nostro territorio da un amore che va ben oltre l’appartenenza, la tradizione e le origini. È come se la regione stessa ci avesse partoriti e la percepissimo come una madre che non può essere abbandonata. Siamo noi piccoli operatori, i ragnetti che stanno tessendo la tela del turismo e dobbiamo essere tutelati ed aiutati. Devono credere in noi, perché siamo noi il motore dell’Abruzzo turistico. Non sarà di certo il covid a fermare la volontà di esserci. Penso di parlare a nome di gran parte degli operatori sul territorio, noi siamo pronti. In realtà non abbiamo mai smesso di esserlo”.
Migliorare i servizi e collaborare con i colleghi, tra gli obiettivi di Lisa Andreucci per la bella stagione in arrivo. Soprattutto “migliorare in quei dettagli che fanno la differenza, nell’idea di accoglienza rivolta ai futuri ospiti, nella comunicazione e nei rapporti con gli altri operatori presenti sul territorio”.
“L’estate 2020 ci ha messi di fronte ad alcune consapevolezze – prosegue -. Siamo pronti per ricevere fiumi di visitatori, nel caso in cui si verificasse lo stesso movimento dello scorso anno? Siamo diventati capaci di comunicare tra noi operatori al fine di rendere quella famosa rete di cui si parla da una vita, efficace ed efficiente? Possiamo fare di più e se si, come? Ecco forse la risposta a queste domande, potrebbe già fornire una linea guida su come pensare al turismo quando sarà il momento di scendere nuovamente in campo”.
Sulla stessa lunghezza d’onda Davide D’Angelo, gestore dell’info point situato nel borgo medievale di Castel del Monte (L’Aquila) la l’intenzione, per quest’anno, “è principalmente quella di saper accogliere al meglio il gran numero di visitatori che, se saranno possibili gli spostamenti, si aggirerà attorno a quello raggiunto lo scorso anno”.
Perché uno dei risvolti positivi della pandemia, soprattutto alla luce del lavoro andato perso a causa del covid nei mesi precedenti, è stato proprio l’arrivo di gente da ogni parte d’Italia che, al contrario di quanto avvenuto in passato, ha deciso addirittura di prenotare per soggiorni abbastanza lunghi. Ma c’è anche stato il risvolto della medaglia: l’Abruzzo non era ancora pronto ad accogliere tutte quelle persone e per molti è stato difficile riuscire a gestire la situazione. Senza contare il sovraffollamento e lo snaturamento di molti paesaggi, fino a qualche tempo prima sconosciuti e incontaminati.
“Ormai è assodato che le persone abbiano iniziato ad apprezzare la nostra regione – aggiunge D’Angelo -, bisognerà quindi attivarci e fare qualche aggiustamento, anche per tenere fede all’immagine dei nostri luoghi che abbiamo intenzione di diffondere. Oltre che per essere in grado di permettere a tutte le persone che arrivano di vivere il borgo a 360 gradi, di vederne tutte le bellezze e, al contempo, di usufruire appieno di tutti i servizi”.
L’intenzione, precisa il gestore dell’info point di Castel del Monte, è per questo “anche quella di fare rete, collaborare tra professionalità e dare modo al turista di godere delle nostre bellezze, dal punto di vista sportivo, naturalistico, paesaggistico e culturale”.
E nonostante il clima di incertezza, c’è anche chi, con gli stessi obiettivi, ha addirittura deciso di mettersi in proprio e avviare un’attività. Andrea Spacca, per esempio, presidente di Explora tourism services, cooperativa sociale nata all’Aquila solo nel settembre 2020 e che, nelle prossime settimane, inaugurerà un punto informativo di offerta turistica in pieno centro storico, nel capoluogo. Una cooperativa, quella diretta da Spacca, composta da giovani figure professionali, impiegate a vario titolo nel settore dell’accoglienza. Dagli esperti di management del turismo, comunicazione e marketing, a quelli di beni culturali, passando anche per accompagnatori, direttori tecnici e guide turistiche. Tutti con un solo obiettivo, quello di mettersi in gioco “per dare una nuova chiave di lettura al turismo del territorio”.
Un turismo, quindi, “che sia collettivo, e che funga da rete e, al contempo, da connettore delle varie esperienze locali e che abbia come scopo la conoscenza del capoluogo e delle zone limitrofe, dei suoi prodotti ambientali, enogastronomici e culturali, attraverso la valorizzazione di un’offerta integrata delle eccellenze locali”.
“Nonostante i limiti imposti dalla pandemia – spiega lo stesso Spacca -. Alla luce dei recenti sviluppi avvertiamo anzi l’esigenza di dare ancora più slancio ed efficacia al lavoro di promozione e di conoscenza del capoluogo, attraverso una serie di iniziative che, da un lato mirino ad accrescere il senso di appartenenza e di identità con i luoghi, dall’altro puntino a una maggiore consapevolezza del patrimonio locale. Proprio per farne occasione di crescita culturale e sociale, unendo le nostre forze a quelle degli altri operatori, per crescere insieme e rendere i nostri luoghi più appetibili agli occhi dei visitatori che arriveranno appena la situazione lo permetterà”.