PARCO SIRENTE VELINO: NATURA, SENTIERI E CICLABILI. D’AMORE, “GRANDI PASSI PER OFFERTA TURISTICA”

Maggio 6, 2025 7:10

L’AQUILA – “Non vorrei un domani accogliere nella mia Fagnano i turisti e dire loro, ‘vedete, qui una volta ci abitavano i fagnanesi, ora è un grande albergo diffuso’. Noi vogliamo invece creare opportunità di lavoro per i residenti e nuovi abitanti puntando su un turismo di qualità, destagionalizzato e sostenibile, gestito da persone qualificate e con una rete di strutture certificate”.

Parte da questa dicotomica consapevolezza, Francesco D’Amore, presidente del Parco regionale Sirente Velino, e sindaco di Fagnano alto, nell’illustrare ad Abruzzoweb le politiche in essere e in cantiere sul fronte della promozione e pianificazione turistica, imprescindibile leva per la crescita economica e creazione di posti di lavoro, in un’ area protetta che ha tutte le carte in regola per diventare una destinazione di valenza internazionale. Evitando però che i paesi del Parco diventino una triste e anonima somma di b&b, alberghi diffusi, case vacanze, seconde case che si rianimano solo qualche settimana d’estate, con la progressiva “estinzione” dei veri residenti e con l’arrivo di nuovi abitanti inibito dalla mancanza di abitazioni dall’aumento, trainato dalla turistificazione, dai costi di vendita e affitto.

“Negli anni dell’emergenza covid – esordisce D’Amore – si è registrato un trend molto positivo sui nostri territori, abbiamo anzi registrato, nelle finestre dei lockdown, un vero e proprio assalto. Occorre ammettere però che non eravamo preparati a questi numeri, i turisti non li abbiamo gestiti, ma li abbiamo subiti, non c’erano le infrastrutture e i servizi adeguati”.

Imparata la lezione, “ci siamo messi subito al lavoro, per creare un sistema di accoglienza turistica all’altezza, partendo dal presupposto però che il nostro non è lo Yellowstone, ma è un parco antropizzato, con ventidue comuni e 35.000 persone che ci vivono”.

Uno dei principali obiettivi, che sta dunque giungendo alla meta, è relativo all’offerta di turismo dolce rappresentato dalla sentieristica.

“Nel Parco abbiamo potenzialmente 460 chilometri di sentieri, ma la manutenzione e la gestione costanti non sono alla portata delle nostre economie. Per fare un confronto, i colleghi dell’Adamello Brenta che stanno con me a Federparchi, hanno ogni anno a disposizione 1 milione di euro solo per la gestione sentieristica, ovvero quanto il bilancio complessivo del Sirente Velino. Importare qui il loro modello è dunque ad oggi impossibile. Abbiamo sottoscritto una convenzione con il Cai, con le varie sezioni e sottosezioni, per l’adozione dei sentieri. Ora loro li percorrono e fanno una relazione in cui indicano i punti critici e poco sicuri, su cui occorre intervenire. Una preziosissima mappatura puntuale che ci consente ora di focalizzare le opere di manutenzione finalizzando le nostre risorse economiche”.

C’è poi il progetto della Green Community, premiato e finanziato dal Ministero degli affari regionali a valere sui fondi del Pnrr, esperienza pilota insieme a quelle di altre due aree protette, in Emilia-Romagna e in Piemonte.

“Noi avevamo deciso inizialmente di focalizzare il progetto sulle energie rinnovabili – spiega D’Amore -, ma le normative non erano ancora chiare, tant’è che sono cambiate nell’ultimo anno e mezzo ben quattro volte e quindi abbiamo deciso di spostare l’asse di intervento sulla mobilità sostenibile, elaborando un piano di mobilità rurale, primi in Italia a farlo, con professionisti in azione sul territorio per capire le criticità, ascoltare i territori e capire su cosa incidere”.

Tra gli esiti concreti ci sarà quindi la realizzazione di ben 23 piste ciclabili per 303 chilometri, una infrastruttura che toccherà tutti i comuni e la ditta che ha vinto l’appalto inizierà a breve a mettersi all’opera, grazie ai 2 milioni di euro di fondi già in cassa.

“Sarà un percorso ad anello, che attraverserà la valle Subequana, l’altopiano delle Rocche e il versante marsicano. Si potrà partire da qualunque paese del Parco e ritornare allo stesso paese, e alla Green Community farà parte anche Raiano che non fa parte del Parco, ma ha voluto partecipare. Abbiamo ripreso tutte le vecchie carrarecce e che verranno riqualificate e infrastrutturate”.

Per poter rendere competitiva una rete di piste ciclabili è però necessario disporre lungo il percorso di strutture ricettive, possibilmente a costi non eccessivi, per consentire i pernottamenti e le soste di riposo. In tal senso punto di svolta è stato rappresentato dall’adesione alla Carta europea per il turismo sostenibile nelle aree protette (Cets), uno strumento metodologico e una certificazione riconosciuta da Europark Federation che mira a migliorare la gestione delle aree protette per lo sviluppo di un turismo sostenibile. Al centro della Carta c’è la cooperazione e la collaborazione tra tutte le parti interessate per elaborare una strategia comune e un piano d’azione per lo sviluppo turistico, basato su un’analisi accurata della situazione locale e sui 10 “principi Cets” sulla sostenibilità, organizzati in cinque aree tematiche prioritarie.

“La Cets ha rappresentato una svolta, uno dei tre riconoscimenti che Europark concede a a chi sta all’interno delle aree protette. L’abbiamo intrapreso da subito questo percorso che a breve tra ci consentirà di certificare quaranta operatori turistici all’interno del nostro parco e il passaggio successivo sarà poi rappresentato dall’individuare un tour operator che promuoverà l’intero Parco, in Italia e all’estero, proponendo pacchetti turistici competitivi”.