PRATI DI TIVO: FARE IMPRESA TRA GUERRE GIUDIZIARIE, OPERATORE, “STAGIONE SALVA GRAZIE A CABINOVIA”

Settembre 6, 2023 6:49

TERAMO  – “La cabinovia quadriposto finalmente funzionante ha dato una spinta importantissima alla stagione turistica. Vederla ferma era un colpo al cuore, e lo dico non solo come imprenditore, ma anche da cittadino, tenuto conto dei 10 milioni di euro costata a noi contribuenti”.

A confidarlo ad Abruzzoweb, Antonio Riccioni, gestore dello storico bar Prati di Tivo, nell’omonima località turistica  ai piedi del versante orientale del Corno Piccolo, che con i suoi 2.655 metri è la seconda cima del Gran Sasso. In un sabato di fine agosto, di turisti se ne vedono tanti, attratti anche dalla possibilità di poter salire in quota a bordo della cabinovia realizzata a fine 2009.

Una cabinovia rientrata in funzione però solo a metà giugno, vittima anch’essa di un estenuante e incredibile contenzioso giudiziario. Titolare, oltre alla cabinovia, degli gli impianti di risalita delle piste da sci, è la società Gran Sasso teramano (Gst), partecipata dalla Provincia di Teramo e dalla Camera di Commercio Gran Sasso, andata però a gambe all’aria a causa dei debiti, e ora affidata al liquidatore Gabriele Di Natale. La cabinovia è stata affidata nel ruolo di custode giudiziario e gestore, all’imprenditore di San Benedetto del Tronto Marco Finori, dopo che però si è innescato un fitto contenzioso con la Gst, sulle spese di manutenzione, la destinazione degli introiti e la legittimità degli atti.

Parallelamente è sfumato l’acquisto da parte degli imprenditori Persia, della vicina Crognaleto, per 1,5 milioni, a seguito di un ricorso al Tar sulla legittimità del bando, da parte dello stesso Finori, e per altri problemi relativi alla futura gestione in un clima di grande incertezza.

In questa situazione gli impianti da sci sono rimasti chiusi negli ultimi anni. Poi, per la gioia di tutti gli operatori, è tornata in funzione almeno la cabinovia, il 17 giugno. Solo dopo 12 ore è scattato però un provvedimento di sequestro, nell’ambito di una inchiesta della Procura di Teramo, che contesta a Finori di aver fatto svolgere lavori di manutenzione agli impianti, prima che fosse nominato il direttore di esercizio. E sembrerebbe che la data di queste manutenzioni sia stata poi scritta a posteriori, riconducendola ai primi di giorni di agosto quando la nomina era stata fatta.

Finori ha consegnato subito la documentazione contestando il provvedimento di sequestro, dimostrando che le presunte mancate autorizzazioni sono relative al 2022, mentre ci sarebbero tutte, e in regola, quelle del 2023,  e il tribunale ha disposto così intanto la riapertura dell’impianto, facendo tirare un sospiro di sollievo ad Antonio Riccioni, e gli altri operatori di Prati di Tivo.

Poco prima di ferragosto l’ultimo capitolo della guerra di carte bollate, quando la Gran Sasso teramano ha depositato in tribunale una nuova istanza al quale contestava una serie di inadempimenti del gestore custode. Ma il magistrato giudice Silvia Fanesi l’ha respinta.

Ad assistere a questa singolar tenzone giudiziaria, c’è chi deve portare a casa la pagnotta su a Prati di Tivo, e che traccia un bilancio tutto sommato positivo della stagione, che con la cabinovia chiusa sarebbe stata invece di ben altro tenore.

“Abbiamo avuto un grosso afflusso nei fine settimana e a cavallo di ferragosto, è soprattutto turismo mordi e fuggi, proveniente dalla costa”, spiega Riccioni, a conferma che la formula dell’Abruzzo “mare e montagna a un’ora di automobile”, non è solo uno slogan.

“Rispetto agli anni scorsi si sono visti meno turisti stranieri – rivela poi l’imprenditore -. Tra quelli che sono venuti molti belgi, emigrati di ritorno. Sono scomparsi invece gli olandesi e tedeschi, e sarebbe utile capirne la ragione. Si può supporre però che ci sia stata una riduzione sulla costa, e quindi di riflesso qui a Prati di Tivo”.

Ed anche a Prati di Tivo l’inflazione si fa sentire: “diciamo che ho venduto moltissima acqua…a parte gli scherzi, le famiglie hanno meno soldi da spendere ed è anche per questa ragione che abbiamo mantenuto i prezzi invariati, e abbiamo abolito il servizio al tavolo, ora è il cliente che viene a prendere al bancone ciò che ha ordinato, risparmiando sul coperto. Una novità ben accolta, anche perché riduce i tempi di attesa”.

Insomma, le premesse di una grande ripresa ci sono ma incombe sempre con una spada di Damocle la vicenda giudiziaria sopra riassunta stringatamente, dopo che anche l’anno scorso per mancanza di un gestore sono rimasti chiusi gli impianti sciistici. Il custode gestore Finori, forte delle ordinanze a suo favore, ha promesso che questa volta gli impianti apriranno. Ma le seggiovie devono andare in revisione e occorre spendere soldi, e per chi è solo un custode gestore provvisorio non è un investimento scontato.

“Il nostro auspicio è che si dia seguito a questa promessa. Ma soprattutto sogniamo che venga finalmente risolto il contenzioso che si trascina da anni, e che ha provocato ingenti danni a noi operatori, e non solo: in due anni con una barca di neve è stato terribile vedere gli impianti chiusi. Oltre al salasso economico, c’è anche da considerare che in questi anni di chiusura tanti bambini e giovanissimi non hanno sciato non si è creato una nuova generazione di sportivi e appassionati. Inoltre, qui ci sono sei alberghi, di cui due chiusi, e uno in ristrutturazione. Gli impianti sciistici funzionanti, e tutti gli  alberghi funzionanti sono aspetti complementari, uno presuppone l’altro, per il rilancio di questo splendido comprensorio turistico”.

Infine, il progetto, di cui ha riferito Abruzzoweb di una strada pedemontana direttissima da Colledara a Prati di Tivo che abbatterebbe i tempi di percorrenza dal casello dell’autostrada A24.

“Sono 24 anni che sono qui, e ne ho sentiti tanti di progetti che non si sono mai realizzati. Per carità ben venga la nuova proposta, vediamo che accade questa volta. Intanto però sarebbe importante riparare e riaprire la strada che collega Pietracamela a Fano Adriano. I lavori sono appena iniziati ma sono passati intanto una decina d’anni. Un danno non solo per noi operatori turistici ma per la cittadinanza, visto che in caso di frana sull’unica strada di accesso, qui rischiamo di rimanere completamente isolati. E sarebbe utile per tutti intervenire anche sul tratto di statale che collega Prati di Tivo a Pietracamela, dove, ricordo, l’anno scorso si è verificato un incidente mortale”. Filippo Tronca