L’AQUILA – “Che non si potrà mai avere”, ovvero un filo comune strettamente legato alla città e alle memorie che ad essa si legano, lungo traiettorie, intenzionali e casuali, nelle opere di Davide Mariani e Debora Panaccione in una indagine sulle forme dell’abitare.
Questo il titolo e il tema dell’attesa prima mostra d’arte contemporanea di Spazio Genesi, presso la Galleria Commerciale di Via Roma a L’Aquila, con vernissage sabato 30 novembre, alle ore 18.00, a cura dell’associazione culturale che nasce come interfaccia tra gli studenti dell’Accademia di Belle Arti di L’Aquila ed il contesto cittadino che li ospita.
Curatrici della mostra sono Francesca Chiola e Sara Dias, il coordinamento è di Massimo Camplone, le grafiche di Federico Battisti. La mostra sarà fruibile fino al 14 dicembre su appuntamento.
Spiegano gli organizzatori: “non vi è alla base semplicemente il tentativo di cristallizzare le proprie memorie o rappresentarne graficamente i punti cardine, quanto piuttosto l’intenzione di portare alla luce nuove narrazioni che si sviluppano a partire da un bisogno identitario e dal costante rapporto con il tema del radicamento. Attraverso l’alterazione, la produzione e la riproduzione delle immagini emerge il desiderio di evadere dal tecnicismo accademico o da qualsivoglia forma di contenimento”.
Per Mariani e Panaccione dunque “il limite viene istituito in quanto soglia e delimitazione da oltrepassare. Eludere l’etichettamento in un genere o in una pratica specifica spinge gli artisti a sperimentare e ad ibridare pratiche che oscillano dalla fotografia al mezzo video fino ad arrivare al disegno. La carta, dotata di preziosità ed al tempo stesso carica di valenze metaforiche, diviene il medium privilegiato per favorire la condivisione di un’intimità continuamente soggetta a rinegoziazione. Che non si potrà mai avere, un colloquio tra tentativi di appropriazione ed impossibilità di significati univoci”.
Link evento https://spaziogenesi.org/#evento_chenonsipotramaiavere