LANCIANO – Una stagione nera per la Costa dei Trabocchi, alle prese dall’inizio dell’estate con continue interruzioni dell’erogazione idrica, oltre ai ritardi nel rilascio delle autorizzazioni paesaggistiche necessarie per riaprire le attività turistiche, a cui si aggiunge anche il grave problema della mucillagine: una situazione che rischia di mettere in ginocchio gli imprenditori delle strutture ricettive e turistiche.
“Continuiamo a farci del male. Non bastava lo smonta/rimonta. Non bastavano le prescrizioni assurde degli enti preposti. Non bastava la mucillagine. Non bastava togliere l’acqua alle 23 circa (2000 lt di autoclave alle 24 finiscono con conseguenze disastrose. Chiusura bagni per forza di cose con spiaggie che diventano bagni a cielo aperto. Ci si sta mettendo dell’ impegno a rovinare la costa e ci si sta riuscendo”, sbotta sui social Patrizia Spadano, titolare dello stabilimento balneare “Playa Blanco” di Fossacesia (Chieti).
“Poi la colpa a detta di alcuni è di noi imprenditori, dei prezzi alti e della nostra incapacità (i cocktail nel mio locale costano 7 euro, un lt di Champagnino 8, nn si paga l’ingresso e i ragazzi sono liberi quando non ci sono eventi di stare delle ore senza consumare seduti comodi ad ascoltare musica e viversi l’ estate). Poi alla fine, dopo 90 giorni di lavoro fatto a ca@@o, ricomincia lo smonta e rimonta. Non so a chi ha giovato tutto questo ci sarà sicuramente qualcuno contento di questa assurda situazione. Dopo aver vissuto 30 anni in Romagna e tornata in questa valle di lacrime da 10, dico solo una cosa: voglio tornare a Riccione e scappare da questo scempio”.
La crisi idrica, che da anni affligge l’Abruzzo, in particolare la provincia di Chieti dove si registra oltre il 70% di dispersione della risorsa a causa delle reti colabrodo, nell’ultimo periodo si è ulteriormente aggravata e si moltiplicano le ordinanze e gli appelli dei sindaci per un uso responsabile, oltre alle chiusure programmate, soprattutto notturne, che ormai sono la normalità nel territorio.
Un problema ancora irrisolto e che si aggiunge a quello della siccità, che ha inevitabilmente vari risvolti tanto che l’Anbi, l’associazione dei consorzi di bacino, nel suo bollettino settimanale sulla situazione delle risorse idriche in Italia, ha lanciato un nuovo allarme, descrivendo una situazione particolarmente grave per Puglia, Abruzzo e Sicilia, dove gli invasi sono quasi vuoti, ma grave anche in Sardegna, Basilicata, Calabria, Campania e Lazio.
E a proposito di siccità, ieri è stato lo stesso minsitro per la Protezione civile, Nello Musumeci, a richiamare le Regioni: “abbiamo messo a disposizione 1,2 miliardi per le regioni: 400 milioni per progetti già in essere e 800 milioni per nuove iniziative. Il ministro Raffaele Fitto mi dice che solo circa il 30% risulta essere stato finora utilizzato. Bisogna concludere entro giugno 2026. Mi auguro che il dato non sia aggiornato o che ci sia un arretrato sul quale le regioni sapranno lavorare con grande impegno per recuperare il tempo perduto”.
Intanto sul fronte mucillagine ieri si è tenuta una riunione a Pescara con il vice presidente della Giunta regionale, Emanuele Imprudente e il sottosegrerario al Turismo della Regione, Daniele D’Amario, sul problema della mucillaggine lungo il litorale abruzzese, che ha provocato conseguenze economiche alla pesca e al turismo balneare.
Nell’incontro, sollecitato anche dal dall’Anci Abruzzo, rappresentato oggi dai sindaci di Fossacesia, Enrico Di Giuseppantonio che è anche delegato Demanio Anci, di Rocca San Giovanni, Fabio Caravaggio e di Tortoreto, Domenico Piccioni, e al quale hanno preso parte anche le associazioni di categoria del turismo e della pesca, i rappresentanti dell’Arta, dell’Università e della Capitaneria di Porto, si è parlato soprattutto dei negativi riflessi che il fenomeno ha portato alla piccola marineria.
“Abbiamo chiesto sostegni a questo settore – ha ribadito il delegato Anci Enrico Di Giuseppantonio – perché la mucillaggine ha ridotto notevolmente il pescato. È un problema che va ad aggiungersi agli alti costi del combustibile per mettere in mare i pescherecci ed ha pure riflessi sul costo del pesce, che viene acquistato su altri mercati, alzando il suo prezzo. E questo, ovviamente, ha ripercussioni sulla ristorazione”.
Coldiretti Impresa Pesca ha chiesto lo Stato di emergenza per sostenere i pescatori abruzzesi in difficoltà: la mucillagine sta impedendo di fatto l’attività delle imbarcazioni e provoca non poca preoccupazione e malumore perché con l’allarme la produzione di pescato è diminuita, sono aumentati i consumi di carburante e i costi di gestione e sta venendo a mancare una “riserva” importante alla vigilia del fermo pesca che dal 16 agosto bloccherà per 45 giorni i pescherecci.
“A causa della mucillagine stanno subendo danni tutti i sistemi di pesca ed è necessario richiedere lo stato di emergenza e provvedere con sostegni specifici – ha rimarcato Coldiretti Impresa Pesca – siamo di fronte ad una situazione molto preoccupante che va ulteriormente ad aggravare la condizione di crisi delle marinerie già fortemente provate dall’andamento del gasolio e dalle nuove linee di indirizzo della Commissione Ue”.
Il vicepresidente della Giunta regionale Imprudente ha voluto, innanzitutto, “rassicurare la cittadinanza sul fatto che la mucillagine non rappresenta affatto un problema per la salute delle persone ma si tratta di un fenomeno naturale che va affrontato sotto diversi aspetti. Per questo, – ha spiegato Imprudente – abbiamo voluto fare il punto della situazione convocando la Consulta della pesca ed allargando il confronto ai sindaci, a seguito di una precisa richiesta dell’Anci, ed agli operatori del turismo”.
Si tratta – come ricordato nei giorni scorsi dall’Arta, l’Agenzia regionale per la Tutela dell’Ambiente – di aggregati di polisaccaridi (zuccheri complessi), che non rappresentano un problema per la salute dei bagnanti e si presentano sotto forma di strisce o reticoli, di piccole e grandi dimensioni, di magma organico.
I tecnici dell’Arta hanno già effettuato dei sopralluoghi, riscontrando la presenza di su quasi tutta la costa e, a tal proposito, ha ricordato che “non c’è alcun pericolo per l’uomo, a parte la sensazione fastidiosa e, in rari casi, il prurito che può procurare il contatto con i ‘macrofiocchi’ di mucillagine”.
Ma nei giorni scorsi l’imprenditore Donato Di Campli, proprietario del Supporter, con diverse strutture ricettive a Fossacesia (Chieti), ex procuratore sportivo e già candidato con la Lega alle regionali dello scorso 10 marzo, ha parlato di una stagione con “un bollino nero come la pece, tra locali aperti in ritardo perché su di essi si è fatta sentire la mano pesante delle autorità di controllo, scarsa affluenza e la mucillagine che rende il mare impraticabile e mette in fuga i turisti. A queste condizioni il miracolo economico-turistico della Costa dei Trabocchi ha la prospettiva della bolla di sapone”.
Ieri Imprudente ha confermato che “come Regione Abruzzo stiamo raccogliendo dati sull’impatto economico che stanno subendo alcune categorie di imprenditori sia nel campo della pesca che del turismo. Al tempo stesso, – ha concluso il vicepresidente – abbiamo già coinvolto le altre Regioni impegnate, come la nostra, nel contrasto alla mucillagine oltre ad aver sollecitato formalmente il ministero ad intervenire con provvedimenti adeguati alla gravità del problema”.