FOSSACESIA – Continua a creare preoccupazione ed apprensione tra i bagnanti il fenomeno naturale della mucillagine, osservata praticamente quasi in tutti i tratti di costa abruzzese, in particolare lungo la Costa dei Trabocchi.
Si tratta – come ricordato nei giorni scorsi dall’Arta, l’Agenzia regionale per la Tutela dell’Ambiente – di aggregati di polisaccaridi (zuccheri complessi), che non rappresentano un problema per la salute dei bagnanti e si presentano sotto forma di strisce o reticoli, di piccole e grandi dimensioni, di magma organico.
I tecnici dell’Arta hanno già effettuato dei sopralluoghi, riscontrando la presenza di su quasi tutta la costa e, a tal proposito, ha ricordato che “non c’è alcun pericolo per l’uomo, a parte la sensazione fastidiosa e, in rari casi, il prurito che può procurare il contatto con i ‘macrofiocchi’ di mucillagine”.
Ma intanto crescono i timori per le ripercussioni sulla stagione turistica che, soprattutto sulla Costa dei Trabocchi, è iniziata a rilento a causa dei ritardi per il rilascio delle autorizzazioni paesaggistiche necessarie per riaprire le attività turistiche.
“Una situazione senza precedenti, un danno senza precedenti, un silenzio senza precedenti”, secondo Donato Di Campli, proprietario del Supporter, con diverse strutture ricettive a Fossacesia (Chieti), ex procuratore sportivo e già candidato con la Lega alle regionali dello scorso 10 marzo.
Per Di Campli, “a Fossacesia la stagione 2024 ha un bollino nero come la pece, tra locali aperti in ritardo perché su di essi si è fatta sentire la mano pesante delle autorità di controllo, scarsa affluenza e la mucillagine che rende il mare impraticabile e mette in fuga i turisti. A queste condizioni il miracolo economico-turistico della Costa dei Trabocchi ha la prospettiva della bolla di sapone. Non sento una voce, non vedo un interesse né un’iniziativa delle istituzioni per venire incontro a chi fa impresa. La richiesta dello stato di calamità è urgente, perché le devastazioni non le procurano solo le grandinate”.
A chiedere lo Stato di emergenza per sostenere i pescatori abruzzesi in difficoltà è Coldiretti Impresa Pesca in riferimento all’allarme Mucillagine che, dal Nord, riguarda ora l’intero Adriatico.
Situata sia in superficie che sul fondo del mare, la Mucillagine sta impedendo di fatto l’attività delle imbarcazioni e provoca non poca preoccupazione e malumore perché con l’allarme la produzione di pescato è diminuita, sono aumentati i consumi di carburante e i costi di gestione e sta venendo a mancare una “riserva” importante alla vigilia del fermo pesca che dal 16 agosto bloccherà per 45 giorni i pescherecci.
“A causa della Mucillagine stanno subendo danni tutti i sistemi di pesca ed è necessario richiedere lo stato di emergenza e provvedere con sostegni specifici – dice Coldiretti Impresa Pesca – siamo di fronte ad una situazione molto preoccupante che va ulteriormente ad aggravare la condizione di crisi delle marinerie già fortemente provate dall’andamento del gasolio e dalle nuove linee di indirizzo della Commissione Ue”.
Secondo il Flag Costa dei Trabocchi e Fedagripesca che, in questi giorni, stanno raccogliendo le diverse segnalazioni da parte degli operatori del settore e che vogliono farsi portavoce di richieste a livello nazionale e regionale in grado di andare incontro alla categoria, “il problema è molto serio e sta penalizzando soprattutto gli operatori della piccola pesca, che rappresentano l’80 per cento della flotta abruzzese, e le vongolare perché, non potendo lavorare, sono senza reddito – ha detto il presidente del Flag, Franco Ricci – Il punto non è solo quanto durerà la presenza della mucillagine, ma soprattutto i danni che farà. Il rischio, infatti, è che una volta che si tornerà alla normalità, e ci auguriamo il prima possibile, la mucillagine possa aver sterminato il prodotto e questo, chiaramente, avrebbe delle ripercussioni gravi nel lungo periodo per la categoria”.
Per questa ragione il Flag Costa dei Trabocchi è in costante contatto anche con le associazioni di categoria, tra cui Fedagripesca che, insieme a Legacoop agroalimentare e Agci Agrital ha già avanzato delle richieste alle istituzioni.
“Sulla scia di quanto già chiesto a livello nazionale – ha spiegato la responsabile regionale per l’Abruzzo di Fedagripesca, Paola D’Angelo – ribadiamo la necessità di un intervento concreto da parte delle istituzioni, nazionali ma anche regionali”.
Fedagripesca, infatti, ha chiesto alle Regioni interessate, tra cui appunto l’Abruzzo, la possibilità di attivare misure di tutela sociale per i lavoratori di tutti i mestieri di pesca colpiti così come, per il sistema dello strascico, di esaminare l’opportunità di anticipare, in alcuni compartimenti, la misura di fermo o altre soluzioni utili ad arginare gli effetti della mucillagine.
A dirsi particolarmente preoccupati sono tutti gli operatori della costa teatina di competenza del Flag, da Francavilla a San Salvo.
“È una vera disgrazia – secondo Donato Nunziato, pescatore di Francavilla – Non lavoriamo da oltre 20 giorni ma nessuno si preoccupa della piccola pesca e noi operatori ci sentiamo abbandonati”.
“Speravamo fosse un problema passeggero, come accaduto in passato. Invece siamo fermi ormai da settimane – ha evidenziato Giuseppe Graziani, operatore di piccola pesca di Ortona – perché la mucillagine appesantisce le reti e rende impossibile tirarle in barca”.
“Le nasse sono piene di mucillagine e le reti non si vedono proprio più e quando si prova a tirarle su, portano con sé un’ondata di mucillagine”, ha spiegato Vincenzo Verì di Rocca San Giovanni.
“La consistenza gelatinosa della mucillagine – ha aggiunto Alessandro Marini di Casalbordino – rende anche impossibile pulire le reti, così come rende inutile l’attività perché non c’è pesce, ma solo mucillagine che tappa le maglie”.
Ancora più grave la situazione per quanto riguarda le vongolare, come ha evidenziato Maurizio Angotti, presidente del consorzio Cogevo Frentano che riunisce 21 operatori del settore: “La mucillagine si è accumulata sui fondali, dove ce n’è almeno un palmo, e soffoca i banchi di vongole e lumachine», rivela. «Erano almeno 15 anni che non si verificava una situazione così grave che penalizza fortemente gli operatori che operano sottocosta, proprio nel cuore della mucillagine. Noi stiamo continuando a uscire una o due volte a settimana, per valutare la situazione e per cercare di smuovere le acque, ma ogni volta la situazione appare peggiore rispetto a quella precedente”.
Come ha spiegato l’Arta, “nei giorni scorsi il fenomeno, proveniente dal Veneto, era stato osservato lungo le coste marchigiane. Le condizioni di abbondanti piogge di questo ultimo periodo, che hanno arricchito il mare di nutrienti tramite gli apporti fluviali, hanno probabilmente favorito, unitamente alle alte temperature, la proliferazione di fioriture di specie di fitoplancton che possono secernere sostanze di tipo mucoso come processo fisiologico del tutto naturale”.
Arta Abruzzo, ha fatto sapere, “continuerà a monitorare la situazione e, se il fenomeno dovesse intensificarsi, effettuerà campionamenti aggiuntivi, con indagini analitiche, che riguarderanno, oltre ai normali parametri biologici, anche la determinazione di parametri chimici, di nutrienti e fitoplancton”.