SULMONA – Negli anni della seconda guerra mondiale, tra il 1943 e il 1944, l’Abruzzo divenne area di confine e angolo di speranza. La linea Gustav, che attraversava la regione, aveva tagliato l’Italia in due: il Nord occupato dai tedeschi e il Sud liberato dagli Alleati. La memoria dei drammatici eventi di guerra e la resistenza che nacque spontanea tra la popolazione costituiscono un eccezionale patrimonio da salvare. La resistenza, nell’Abruzzo interno, è stata soprattutto «resistenza umanitaria», nel nome dei valori fondamentali e universali dell’uomo.
Il via alla ricerca arrivò da un ex-prigioniero inglese, J. Keith Killby, che aveva costituito un’istituzione in Inghilterra, il Monte San Martino Trust, per ricambiare l’aiuto ricevuto dagli italiani, durante la guerra. Consegnava alle scuole interessate due libri in inglese: Spaghetti and Barbed Wire di John E. Fox ed Escape from Sulmona di Donald I. Jones. Libri che testimoniavano l’aiuto, l’ospitalità e la fuga verso gli alleati. La via del Guado di Coccia, al sud della Maiella, assunse il ruolo di via maestra nell’attraversamento delle linee tedesche per ricongiungersi con l’esercito alleato. Le associazioni degli ex prigionieri inglesi hanno voluto celebrare la memoria del Freedom Trail, la traversata da Sulmona a Casoli, superando la linea Gustav.
Era il sentiero che intraprendevano, accompagnati da coraggiose guide locali, ex prigionieri alleati, oppositori al nazismo e perseguitati politici. Fra costoro l’allora sottotenente Carlo Azeglio Ciampi, che il 17 maggio 2001, Presidente della Repubblica Italiana, inaugurando la prima edizione della “Marcia Internazionale Sentiero Della Libertà/Freedom Trail”, ricorda:
“Oggi un gruppo si accinge a ripercorrere quegli aspri sentieri, i sentieri della libertà. Anch’io fui uno di loro, lasciai Sulmona, lasciai coloro che mi avevano accolto come un fratello, nelle loro case qui a Sulmona, la sera del 24 marzo del 1944. […] Vedo qui oggi tanti giovani, che sono partecipi, con tutta la passione dei loro anni, di questa straordinaria manifestazione. […] A quegli eroi, noti o sconosciuti, noi rinnoviamo con commozione il nostro grazie. E a voi giovani ripeto l’invito che rivolgeva a tutti gli uomini il vostro grande poeta Ovidio: guardate in alto, rivolgete sempre gli occhi alle stelle; abbiate ideali, credete in essi e operate per la loro realizzazione. Questo è ciò che la mia generazione e la generazione dei vostri nonni vi trasmette, vi affida come messaggio che saprete onorare ed affermare sempre di più”.
L’associazione “Il Sentiero della Libertà/Freedom Trail” ha l’obiettivo di consegnare ai giovani quell’ideale di libertà, ottenuta con i sacrifici e il sangue dei caduti anglo-americani e degli italiani che si schierarono nelle loro file, da nord a sud e da sud a nord. Il Freedom Trail come metafora della lotta per la libertà. Di ieri, di oggi, di sempre. In Abruzzo, in quegli anni, si verificava un fenomeno particolare, che meritava la massima attenzione: la “Brigata Maiella”, nata a Casoli nel dicembre 1943.
Un corpo paramilitare, volontari, patrioti e soldati senza stellette, a fianco dell’esercito alleato, che riuscì a liberare l’Abruzzo dai tedeschi e continuò nella lotta per la liberazione dell’Italia intera. A Taranta Peligna, sul sentiero Sulmona-Casoli, c’è ora il Sacrario della Brigata. Non solo un mausoleo, ma anche e soprattutto un luogo per il silenzio e la meditazione.
Non per nulla, prima di raggiungere Sulmona in elicottero, il presidente Ciampi si era recato al Sacrario di Taranta Peligna per commemorare i 55 caduti abruzzesi della Brigata Maiella. Altrettanto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, a Casoli, il 25 aprile 2018. L’Associazione Culturale Il Sentiero della Libertà/Freedom Trail ha lo scopo di programmare e contribuire alla realizzazione della Marcia, che riprenderà quest’anno, dopo le tristi vicende del Covid 19.