L’AQUILA -Si apriranno quest’anno il prossimo 14 maggio presso la Sala conferenze dell’antico Convento di San Giuliano all’Aquila, con l’esposizione straordinaria dell’originale tavola del Trigramma bernardiniano e di altri oggetti riferibili a San Bernardino da Siena, le manifestazioni civili e religiose in occasione delle Solennità del Santo Compatrono della Città dell’Aquila, la cui ricorrenza sarà celebrata presso la Basilica che porta il suo nome nelle giornate del 19 e 20 Maggio all’Aquila.
Il tema scelto per quest’anno, per celebrare San Bernardino da Siena e approfondirne la conoscenza storica è la solidarietà.
A questo aspetto sarà dedicata la Conferenza di Marco Bartoli professore di Storia Medioevale presso l’Università LUMSA di Roma e di Storia del Francescanesimo presso la Pontificia Università Antonianum.
Il Prof. Bartoli da anni si occupa di storia dei movimenti religiosi nel basso Medioevo e i suoi studi su Chiara e Francesco d’Assisi sono pubblicati in molte lingue.
E’ membro del Consiglio direttivo della Società Internazionale di Studi Francescani di Assisi ed è Presidente del Comitato Scientifico del Centro Studi San Giovanni da Capestrano. A San Bernardino ha dedicato alcuni saggi e un volume: l’edizione delle Prediche della Settimana Santa 1425, pubblicato dalle Edizioni Paoline nel 1995.
Bernardino da Siena è stato uno dei più grandi predicatori della storia della Chiesa.
Ai suoi sermoni partecipavano migliaia di persone nelle maggiori città dell’Italia del suo tempo. Accorrevano ad ascoltarlo ricchi e potenti a fianco dei poveri e del popolino, clero e religiosi, insieme con laici, cristiani fervorosi e persone indifferenti. L’unità tra vita predicata e vita vissuta, la capacità di adattarsi alla mentalità di chi lo ascoltava, si esprimono in una predicazione a portata della gente, dove trovano ispirazione i temi della spiritualità francescana che avviano a quella religiosità più libera, ma anche più esigente, di cui siamo alla ricerca ancor oggi. Bernardino, con il suo linguaggio semplice e avvincente, ha qualcosa da dirci. È la parola del vangelo, sempre più attuale nella sua essenzialità e radicalità, che in queste prediche è comunicata con efficacia e umiltà. Le omelie della settimana santa a Firenze nel 1425, in cui traspaiono intensamente l’unità tra vita predicata e vita vissuta e la capacità di adattarsi alla mentalità degli ascoltatori, avviano ancora il lettore di oggi a quella religiosità più libera, ma anche più esigente. (estratto dal Libro Prediche della Settimana Santa – Firenze 1425 – Prof. Matteo Bartoli)
IL PROGRAMMA
Il programma della giornata del 14 maggio prevede diversi momenti in due sedi:
Ore 10.00 – Convento di San Giuliano – L’Aquila
Presentazione delle Solennità di San Bernardino da Siena
Esposizione del Trigramma Bernardiniano e degli oggetti sacri di San Bernardino da Siena
Ore 10.30 Convento di San Giuliano – L’Aquila
“La solidarietà nella predicazione di Bernardino da Siena”
Relatore Prof. Marco Bartoli – LUMSA
Docente di storia medievale e storico del Francescanesimo
Ore 18.30 Basilica di San Bernardino in L’Aquila
SANTA MESSA
a chiusura Concerto in onore di San Bernardino da Siena
Orchestra da Camera Aquilana – Direttore Carmine Gaudieri
Musiche di Haendel, Franck, Pachelbel, Vivaldi
Soprano Lucia Vaccari
Tutti gli eventi sono aperti al pubblico sino ad esaurimento dei posti disponibili.
Si ricorda di indossare la mascherina FFP2.
NOTE STORICHE
I fratres divoti, o de Observantia, costituiscono una delle numerose correnti riformiste dell’Ordine francescano che fin dal secolo XIV dettero vita ai diversi rami della famiglia francescana, confluendo poi, con l’ultima riforma del 1897 di Leone XIII, nell’Ordine Francescano dei Frati Minori.
Differenti posizioni in merito alla vita secondo lo stile di San Francesco, particolarmente in merito al principio della povertà, erano già sorte durante la vita del Santo. Tali differenze diedero immediatamente impulso allo svilupparsi di un ramo cosiddetto “conventuale”, custode delle memorie francescane conservate nei conventi e nelle grandi basiliche, e un ramo cosiddetto “spirituale”, più radicale nell’interpretazione del principio della povertà.
Il movimento dell’Osservanza si sviluppò grandemente nel corso del Quattrocento, come risposta alla decadenza che l’Ordine francescano stava conoscendo in questo periodo. Fu un moto di restaurazione e riforma con lo scopo non di staccarsi dall’Ordine, ma di riportare tutti i religiosi alla primitiva e più rigorosa osservanza della Regola. Era un ritorno al primitivo ideale di San Francesco, nella totale obbedienza ai legittimi superiori: “Regulam simpliciter in primaeva puritate observare”.
Il primo iniziatore dell’Osservanza in Italia fu il frate laico Paoluccio Trinci, nobile di Foligno, che nel 1368 si ritirò con alcuni compagni, con licenza del superiore, nell’eremo di Brogliano, tra Foligno e Camerino, per osservare la Regola nel suo rigore. Ma il nome del Beato Paoluccio fu presto adombrato da quello di San Bernardino da Siena, il vero propagatore, insieme ai suoi discepoli San Giovanni da Capestrano, San Giacomo della Marca e il Beato Alberto da Sarteano, della riforma dell’Osservanza che grazie a loro si diffuse in tutta Europa e conobbe in Italia uno sviluppo fiorente.
San Bernardino espose chiaramente la sua interpretazione del francescanesimo nelle disposizioni circa la Regola, attraverso lettere inviate in tutti i cenobi francescani d’Italia, per ovviare ai dubbi inerenti l’applicazione del principio di Povertà. Da esse si evince una concezione della religiosità profondamente conciliante e rispettosa delle esigenze umane: si affermava il principio di usus moderatus delle cose per non avvilire il decoro richiesto dal fine pastorale dell’Ordine. Diversamente dai Conventuali, gli Osservanti ribadivano la loro totale rinuncia alla proprietà. Lo spirito di temperanza e di ragionevolezza determinò loro un vasto consenso, tanto da essere richiesti come mediatori di pace tra i Principi e le città rivali. In seguito alla bolla Ite vos del 1517, Papa Leone X separò i Conventuali e gli Osservanti in due famiglie francescane indipendenti.