PERDONANZA: BIONDI, “L’AQUILA SIA CAPITALE DELLA PACE”, “LAVORIAMO AD AFFERMAZIONE INTERNAZIONALE”

Settembre 3, 2024 6:50

L’AQUILA – “La Perdonanza può diventare un evento, un luogo da cui si propaghi nel mondo il messaggio di pace, di dialogo e del perdono che fu di Celestino V. Il riconoscimento di patrimonio immateriale dell’umanità,  e poi l’apertura della Porta Santa da parte di Papa Francesco, e poi ancora la nomina a capitale italiana della cultura per il 2026, è tutta benzina che abbiamo messo nel serbatoio, e sta a noi oggi guidare, con mani solide, e con obiettivi precisi, questa macchina che inizia a manifestare tutte le sue enormi potenzialità”.

Nelle parole del sindaco dell’Aquila, Pierluigi Biondi, di Fdi, non solo un bilancio della 730esima edizione della Perdonanza celestiniana che si si conclusa venerdì scorso, ma anche uno sguardo in prospettiva di quello che può diventare l’evento laico e religioso più importante del capoluogo d’Abruzzo, che vada oltre al valore storico e all’intrattenimento, ma incentrato, come del resto più volte auspicato da intellettuali non solo aquilani, sul suo valore spirituale. A maggior ragione in tempi in cui l’ombra nera della guerra si allunga anche in Europa.

“E’ stata un’edizione molto molto partecipata  – prosegue Biondi – e non parlo soltanto degli eventi di intrattenimento, dei grandi concerti, che ormai è una consuetudine, ma del fatto che sono rimasto piacevolmente sorpreso dal vedere come sono aumentate le persone che accompagnano il corteo della Bolla, sia quella per l’apertura che quello per la chiusura, e per la grande partecipazione durante le celebrazioni liturgiche, per la dimensione spirituale e il sentimento di raccoglimento”.

E dunque conferma Biondi: “rendere la Perdonanza un evento internazionale sui temi come la pace e il perdono, è sicuramente un obiettivo. E’ necessaria una condivisione ampia, che di fatto già è in corso, anche in vista dell’anno giubilare del 2025 ci sono segnali molto confortanti da parte della Chiesa, tanto è vero che la Perdonanza  e l’apertura della Porta Santa di Collemaggio sono state citate nell’atto di indizione del grande Giubileo di Roma. Del resto oggi temi centrali sono il conflitto in Ucraina e l’escalation in Medio Oriente. Stanno lì a ricordarcelo le morti civili che continuiamo a registrare un po’ ovunque, e ogni giorno, su tutti gli scenari bellici. I bambini e le donne utilizzati come scudi umani. Avevamo perso la memoria dell’orrore della guerra, quella di trincea, tra eserciti contrapposti, come è stata la prima guerra mondiale, fra persone che avevano messo in conto di poter morire per difendere la patria. Ed anche della seconda Guerra mondiale, che ha aperto però un altro scenario, con i bombardamenti delle città, con le tragedie che hanno riguardato anche il nostro territorio, come la uccisione indiscriminata dei civili, i martiri di Onna, i nove martiri aquilani, i martiri di Filetto, il bombardamento della Zecca dell’Aquila, con circa duecento vittime”.

E dunque, alla luce di questo drammatico scenario geopolitico, alla domanda, “potrebbe diventare la Perdonanza dell’Aquila,  gli stati generali del dialogo, una sorta conferenza di pace internazionale, con gradi personalità della politica e della cultura protagonisti più che i cantanti?”, il sindaco risponde quanto segue:  “L’Aquila potrebbe immaginare un ruolo simile, che in passato ha avuto Assisi. Detto questo, non so in che misura i grandi leader politici e le grandi personalità possano accettare di confrontarsi, considerando che è l’incomunicabilità il vero dramma  che oggi viviamo, ovvero il rifiuto dell’altro come soggetto, come interlocutore. Quello che spaventa è che ad esempio tra Russia e Ucraina c’è oggi una incomunicabilità che non riguarda solamente chi ha ruoli di governo, ma anche al livello più basso, tra la popolazione, e la stessa cosa accade tra israeliani e palestinesi”.

In ogni caso, conclude il sindaco, i prossimi due anni rappresenteranno, per la Perdonanza e la città tutta, un giro di boa, con il giubileo di Roma del 2025, e con L’Aquila capitale della cultura nel 2026, oramai alle porte.

“I prossimi due anni non saranno anni come tutti gli altri, e non è un luogo comune. Nel 2025 le grandi folle di pellegrini provenienti da tutto il mondo si muoveranno verso Roma,  e noi dovremo essere bravi a intercettare. Nel 2026 si capirà anche se L’Aquila avrà oltrepassato le cime del dolore, e avrà intrapreso la discesa della rinascita definitiva, della quotidianità, della serenità e del rilancio. Certo, i problemi sono tanti e ci sono anche gli accidenti della storia sempre in agguato, vedi la pandemia del covid che ci siamo appena lasciati alle spalle. Però a indurci all’ottimismo io credo che sia già il fatto che L’Aquila sia stata in grado di ottenere per la sua Perdonanza il riconoscimento di patrimonio immateriale dell’umanità,  e poi la consacrazione a capitale italiana alla cultura: sono risultati che ci siamo guadagnati sul campo, che nessuno ci ha regalato. E stanno ad indicare che le potenzialità ci sono tutte. Poi spetterà all’amministrazione, ai corpi intermedi della società, alle istituzioni, alle espressioni culturali, alla società civile di questa città e di questo territorio a saper farsi interpreti di  tutte le opportunità che ci si offrono”.