L’AQUILA – Assamanù è il nuovo disco del cantautore abruzzese Setak, nome d’arte di Nicola Pomponi. Ed è anche il lavoro vincitore della prestigiosa targa Tenco 2024 per il “Migliore album in dialetto”.
“Sono senza parole. Non riesco a spiegare bene quello che sto provando. Penso all’entusiasmo e alla passione delle persone meravigliose che hanno collaborato con me, alla fatica, al lavoro senza sosta, alle lacrime, alla solitudine, alla gioia, all’amore e a tutto l’impegno a fondo perduto che è stato dedicato al mio percorso tanto bello quanto fuori da ogni logica. Vorrei dare una carezza a quel bambino che da piccolo ascoltava emozionato quella cassetta dei genitori con su scritto “Creu” a matita. Senza saperlo stava ascoltando “Creuza de ma”, quel disco fatto da “perfetti sconosciuti” che ha abbattuto ogni barriera e che gli ha cambiato la vita. Quel bambino che adesso, da grande, ha la forza di cantare: ji só ‘ffàtte “Assamanù”. – ha dichiarato Setak.
“Ringrazio profondamente il Club Tenco per l’opportunità e tutti i 74 giurati che hanno agganciato le frequenze del disco. La mia infinita gratitudine va al mio produttore Fabrizio Cesare con cui condivido ogni centimetro di questa strada, gli devo tutto. Un grazie di cuore al mio staff, è un onore lavorare con voi.”
L’album Assamnù è uscio lo scorso 7 maggio, anticipato dal singolo Curre Curre, il cui videoclip è stato realizzato in collaborazione con Medici senza frontiere. Assamanù, terzo album di Setak, culmine di una trilogia musicale iniziata con l’acclamato disco di debutto “Blusanza” nel 2019 e proseguito con “Alestalè” nel 2021, ha incassato 74 voti.
Un’opera che suggella un percorso interiore che vede ciascun album raccontare le tre fasi più importanti della vita del cantautore: infanzia (“Blusanza”), adolescenza (“Alestalè”) e infine, oggi, la maturità.
Il terzo album dell’artista abruzzese è un gioiello che testimonia la sua abilità unica e personalissima nel saldare il dialetto della propria regione al blues, al folk d’oltreoceano e a tutte quelle musiche che hanno segnato la sua formazione emotiva di ascoltatore e musicista. Setak usa la propria tecnica sopraffina di chitarrista al servizio della scrittura di canzoni universali, setacciando nella propria storia più intima e nei suoi gusti per selezionare solo gli elementi più preziosi, come faceva anticamente lu setacciar, figura della tradizione agricola abruzzese nonché soprannome della sua famiglia, da cui Nicola Pomponi ha preso ispirazione per scegliere il suo pseudonimo.
Attraverso le undici tracce dell’album, Setak esplora tematiche profonde come il tempo, la storia, la memoria e l’importanza di setacciare dentro sé stessi, esponendo un rapporto con la propria terra d’origine che sa essere anche critico e che non ha nulla di campanilistico o folkloristico. Perché “conoscere e fare sintesi del passato e della memoria ha un senso solo se serve per guardare al futuro”.
All’apice di un percorso che si distingue per la sua autenticità e la sua sperimentazione continua, con “Assamanù” Setak riesce nell’intento di lasciare un’impronta indelebile e riconoscibile sulla scena musicale italiana.