L’AQUILA – “La riconsegna ai miei amati cittadini della fontana, meravigliosamente restaurata, simbolo di storia, identità e senso di comunità, è un passo ulteriore per la rinascita del nostro borgo. Quell’acqua pura che torna sgorgare nel cuore del paese, ci darà ancor più energia e voglia di affrontare sempre nuove e avvincenti sfide”.
Con queste emozionate parole, il sindaco di Sant’Eusanio Forconese, Debora Visconti, venerdì scorso ha tagliato il nastro nell’inaugurazione della restaurata fontana di fine 800, con le sue splendide quattro bocche di leone, davanti la basilica di Sant’Eusanio martire e Palazzo Barberini, nella piazza principale del paese che è stato tra quelli duramente colpiti dal terremoto del 6 aprile 2009.
Un intervento per di più, reso possibile da una generosa donazione di Giancarlo Liberatore, originario di Sant’Eusanio Forconese ed ora affermato imprenditore nella provincia di Brescia, che però ha nei decenni mantenuto forte il legame con il suo paese. Il progetto è stato curato e donato invece dall’ingegnere Mimmo Srour, ex assessore regionale ed ex sindaco di Sant’Eusanio. I lavori sono stati eseguiti dalla Walter rose edilizia.
Presenti all’inaugurazione, oltre le persone citate, il coordinatore dell’area omogenea 8 del cratere sismico 2009, Domenico Nardis, sindaco di Villa Sant’Angelo, il presidente della Gran Sasso acqua Ivo Pagliari, il senatore si Fratelli d’Italia Guido Quintino liriis, il professor Gianni Cucci, Chi ha raccontato la storia della fontana e della sua importanza per la vita quotidiana.
Doverose e sentite i ringraziamenti del sindaco, che è anche presidente dell’Unione dei Comuni Montagna di L’Aquila, al cavalier Giancarlo Liberatore “per il profondo amore verso il nostro paese e per ľatto di liberalità che ha consentito il restauro della fontana , come pure i miei ringraziamenti vanno all’ingegnere Mimmo Srour, per la sensibilità e impegno profuso nella redazione e donazione del progetto di restauro e alla ditta Rosa Edilizia s.r.l., per aver magistralmente eseguito i lavori”.
Tanto l’entusiasmo da parte dei cittadini. E ha commentato una signora, “bere di nuovo dalla fontana appena inaugurata dopo il restauro. Non è stato solo bere acqua, perché tornare bambina per un attimo è stato impagabile! Un grazie di cuore a tutti quelli che lo hanno permesso con il loro impegno anche in termini economici”.
La fontana ottocentesca, assieme al castello sulla sommità del monte Cerro, la basilica n stile romanico a tre navate di Sant’Eusanio Martire, il settecentesco palazzo Barberini, è uno dei tesori del paese nel cuore della conca aquilana. In virtù della sua struttura in pietra a pianta ottagonale. con quattro teste di leone sormontata da una base circolare su cui troneggia la statua raffigurante un putto, Bartolini, che sorregge un’anfora. Un tempo, si racconta, nell’ora del ritiro delle mucche dal lavoro dei campi le donne, nonostante avessero atteso a lungo il loro turno, svuotavano nella vasca della fontana le conche già piene per consentire alle bestie di abbeverarsi.