L’AQUILA – In Abruzzo nel 2021, nonostante le restrizioni dovute alla pandemia del covid, sono stati 1.513.290 gli spettatori, di 42.333 spettacoli cinematografici, musicali, teatrali e sportivi che hanno fatto incassare 12.940.326 di euro, senza contare ovviamente l’indotto. Numeri importanti che fanno dell’Abruzzo la 12esima regione in Italia, nel rapporto tra i fruitori di eventi culturali e spettacoli, con la provincia di Pescara a primeggiare.
In Italia gli spettatori sono stati 84.127.940 per u un incasso di oltre un miliardo di euro. I dati definitivi relativi all’anno 2021 confermano le gravi conseguenze della pandemia, con un numero totale di spettatori calato dai 306 milioni del 2019 agli 84 milioni del 2021 e con la spesa al botteghino crollata dai 2,7 miliardi di euro del 2019 agli 870 milioni di euro nel 2021.
Complessivamente, rispetto all’anno ultimo di normalità pre-Covid (il 2019), gli indicatori del 2021 evidenziano un calo del 72 % degli spettatori e del 78 % della spesa.
E’ quanto emerge dalla nuova edizione dello storico ‘annuario’ della Siae, realizzata con la consulenza tecnico-scientifica dell’Istituto italiano per l’Industria Culturali, una analisi del sistema dello spettacolo e dello sport in Italia aggiornata al 2021, fornendo dunque una fotografia del “crash” Covid nel mondo dello spettacolo.
Le prime cinque regioni con il maggior livello di attrazione di spettatori sono l’Emilia-Romagna, con 248 spettatori ogni 100 abitanti, seguita dal Veneto con 208, la Toscana con 169, la Lombardia con 162, il Lazio con 160.
A seguire Liguria, Friuli, Venezia Giulia, Piemonte, Marche, Valle d’Aosta ed Umbria.
L’Abruzzo è 12esimo, con 112 ogni cento abitanti.
Le ultime cinque sono invece la Campania con 86 spettatori ogni 100 abitanti, la Sicilia con 78, la Basilicata con 71, la Calabria con 41 ed ultimo il Molise con 36.
La media nazionale è di 143 spettatori per 100 abitanti. Il campo di oscillazione va quindi dai 248 spettatori dell’Emilia-Romagna ai 36 del Molise. E L’Abruzzo è sotto la media.
Interessante poi ripartizione su base regionale per quanto riguarda le tipologie di spettacoli: in Abruzzo il 42,1% degli spettatori vanno al cinema, quarta percentuale in Italia e sopra la media, l’11,3% preferisce il teatro, a seguire con il 10,3% ballo e intrattenimento musicale, poi i concerti con il 9%, addirittura seconda percentuale in Italia, e manifestazioni all’aperto con il 6,3%
Molto sotto la media italiana, con l’1,8% del totale degli spettatori e la tipologia mostre e fiere
La media in Italia è la seguente: cinema 31,9%, teatro e simili 7,9% concerti 5,7%, ballo e intrattenimento musicale, 17,8% mostre e fiere, 9,8%
Questo invece il focus a livello provinciale, questa volta effettuato sul numero degli spettatori per 1.000 abitanti, e no come nella classifica appena citata su 100 abitanti
A primeggiare Pescara con 1.554 spettatori ogni 1.000 abitanti, seguire Teramo 1.311, infine L’Aquila 1.008 e Chieti 921
Spiccano in Italia Rimini 7.677 spettatori ogni mille abitanti, Verona, 4.895, Ravenna, 3.893, Livorno 2.974, Forlì e Cesena con 2.770
Le peggiori sono Isernia, 202, Enna, 182, e Vibo Valentia 137.
A livello di spesa, sul totale di 870 milioni di euro di spesa al botteghino in spettacolo e sport da parte degli italiani nel 2021, è il settore del cinema ad assorbire la quota più alta, con il 20,4 % (corrispondente a 177 milioni di spesa), seguito dallo sport con il 20,2 % (176 milioni), dai parchi da divertimento con il 19,3 % (168 milioni), dal teatro e lirica con il 14 % (122 milioni), dai concerti con il 11,6 % (101 milioni), dalle mostre e fiere con il 7,5 % (66 milioni), dal ballo con il 5,1 % (44 milioni), dallo spettacolo viaggiante con l’1,7 % (15 milioni) e infine dalle manifestazioni all’aperto con 0,3 % (2 milioni).
Nella presentazione dell’opera il presidente onorario SIAE, Giulio Rapetti Mogol, evidenzia come il settore dell’industria culturale e creativa “è stato uno dei comparti più colpiti dall’onda d’urto del Covid-19. È irrealistico, tuttavia, pensare che la pandemia sia destinata a non lasciare traccia: bisogna prestare attenzione ai cambiamenti in atto e cercare di cogliere tutte le opportunità offerte da questa nuova situazione per garantire la sostenibilità economica del settore”.
Mogol auspica “una visione sistemica e un’idea di sviluppo condivisa per attivare una vera ripartenza con un’attenzione particolare ai lavoratori creativi e alle loro specifiche esigenze riconoscendo, misurando e sostenendo lo sforzo imprenditoriale in questo settore così importante per il nostro Paese”.