PESCARA – Superata la crisi iniziale, in Abruzzo sembra essere stato scongiurato il pericolo della carenza di lavoratori per il settore turistico, che conta oltre 10.500 addetti, già duramente provato da due anni di pandemia.
La stagione estiva decolla e si respira ottimismo tra gli ombrelloni dei 700 lidi della costa abruzzese dove nelle scorse settimane era scattato l’allarme per la difficoltà nel reperire stagionali: “È stata dura ma alla fine siamo riusciti nell’impresa, siamo pronti a partire e ad inaugurare la bella stagione insieme al personale”, spiega ad AbruzzoWeb Riccardo Padovano, presidente regionale del Sib, il sindacato dei balnetaori.
Dai bagnini al servizio al tavolo, contratti “veri”, a norma di legge, sottolinea per allontare subito ogni dubbio: “Tutto dipende dagli orari, ma in media siamo sui 1.200 euro a turno, che di solito è di circa 8 ore. Nella maggior parte dei casi si tratta di ragazzi alle prime esperienze, neomaggiorenni che per i primi periodi devono essere necessariamente affiancati da lavoratori esperti che insegnino loro il mestiere. Lo abbiamo già fatto e stiamo continuando a farlo, il percorso di formazione purtroppo si avvia sul campo, non c’è nessuna scuola che prepari i ragazzi ed è uno dei tanti problemi che fa perdere tempo a noi e a loro, che molto spesso non sanno da dove cominciare”.
Nulla da fare, intanto, per le annunciate proposte di assunzione di lavoratori ucraini, ospitati in Abruzzo dopo la fuga dalla guerra: “ci abbiamo provato ma parliamo prevalentemente di donne con bambini, che non sono riuscite ad organizzarsi o che fanno fatica ad integrarsi in questo senso, stanno vivendo un incubo e non riescono a ricreare una vita qui con la testa e il cuore ancora a casa”.
Intanto, superata l’emergenza dei lavoratori in spiaggia, gli stabilimenti si ripopolano di turisti e clienti abituali e ripartono cercando di superare le criticità del covid e le ripercussioni della guerra sui prezzi: “Eccetto qualche rincaro obbligato dagli aumenti generali, i costi sono rimasti praticamente invariati. Siamo sui 20-30 euro al giorno, a seconda dell’offerta dello stabilimento – aggiunge Padovano – Abbiamo notato una buona affluenza già in queste prime settimane di giugno ma, allo stesso tempo, è evidente il crollo dei consumi”.
“I clienti sono molto più attenti di prima a quanto spendono, come era prevedibile e comprensibile. Certo è che questo aspetto inciderà notevolmente sul bilancio finale, ma non ci aspettavamo nulla di diverso”.