L’AQUILA – Il turismo invernale prova a riscattarsi dopo anni di difficoltà, in particolare l’ultimo, quando l’assenza di neve ha comportato una perdita di almeno il 40 per cento per il settore e in Abruzzo, che conta 400 chilometri totali di piste, gli operatori sono pronti a ripartire, confidando in una stagione migliore.
Per quanto riguarda le principali località in provincia dell’Aquila, a Roccaraso, ad esempio, apriranno giovedì prossimo, 5 dicembre, i primi impianti del comprensorio sciistico dell’Alto Sangro: da giorni i gestori stanno allestendo le piste, visto che sono caduti dai 30 ai 40 centimetri di neve fresca e le basse temperature hanno favorito l’utilizzo dei generatori di neve tecnica che sta contribuendo a innevare le piste da sci.
“Il vento ha complicato le operazioni, ma siamo pronti a partire, anche prima del weekend dell’Immacolata. Giovedì saranno attivate le prime piste”, ha annunciato Mauro Del Castello, titolare dell’impianto all’Aremogna.
Di seguito, nel dettaglio, la situazione nelle altre località della provincia dell’Aquila con gli ultimi aggiornamenti dei gestori.
RIVISONDOLI-ROCCARASO
Il Comprensorio sciistico dell’Alto Sangro è il più esteso dell’Italia Centro-meridionale, vantando tra l’altro al suo interno una vasta zona del parco Nazionale delle Majella, con 5 principali piste percorribili: Rivisondoli-Roccaraso, Aremogna, Monte Pratello e Pizzalto.
Il contesto noto anche come Altopiano delle “Cinque Miglia” è un paesaggio naturalistico d’eccellenza con bellissime strade ricche di stazzi, fontanili e pascoli. Nel 1922 ci fu il primo ufficiale sodalizio territoriale con questa pratica sportiva attraverso la fondazione del “Roccaraso Sci Club” ad opera del comandante degli alpini del battaglione Cadore, Aldo Picchiola. Sei anni dopo nacque la prima squadra agonistica di discesa e finalmente nel 1937, alla presenza del principe Umberto di Savoia venne inaugurata la prima slittovia con un mezzo di capacità di circa 80 persone ad ogni tratta. Da allora ad oggi di strada ne è stata fatta parecchia ed in tutti i sensi poiché, situato ad un’altezza tra i metri 1309 ed i 2141s.l.m., l’impianto si estende per 90,5 km e con ben 24 impianti.
Chiediamo gli ultimi dati al nuovo presidente del Consorzio dell’Alto Sangro Bonaventura Margadonna: “Nonostante un po’ di amarezza per i fattori climatici degli anni passati siamo comunque già pronti ad avviare una stagione turistica promettente. Data la grandezza della struttura, che consta di circa 120 km totali, è necessario impiegare almeno 250 unità operative per un numero complessivo di 1.200 lavoratori. Adesso speriamo di riuscire finalmente a tornare ad una normalità lavorativa poiché negli anni passati abbiamo cercato di fare un miracolo ma di fatto abbiamo faticato molto. I numeri giornalieri a cui eravamo abituati giravano intorni ai 1.200 ingressi totali e questo anche grazie alla continuità dell’apertura delle piste innevate che i 200 cannoni sparaneve riuscivano a garantire laddove le temperature basse lo hanno consentito ed attraverso una potenza-macchina di 2400 mc/ora. Siamo il fiore all’occhiello invernale dell’Abruzzo che intercetta i turisti del centro-sud ma anche quelli stranieri dato il grande sostegno che le strutture ricettive ed alberghiere della zona ci danno proponendo dei soggiorni prolungati e di qualità”.
CAMPO FELICE
L’Area montana di Campo felice è incastonata tra il massiccio montuoso del Monte Velino, di cui rappresenta la porta orientale di accesso, il gruppo montuoso di Monte Orsello e Monte Puzzillo, quello di Monte Ocree-Monte Cagno e Montagne della Duchessa ed infine è circondata a sud-ovest dai Monti di Campo Felice stesso. Caratterizzato dalla forma a “conca”, il comprensorio nasce verso la metà degli anni 60 del secolo scorso con un preciso intento di valorizzazione strategica del territorio. L’allora sindaco di Rocca di Cambio Aldo Jacovitti al termine del suo terzo mandato si dimise e convocò un pool di esperti al fine di introdurre un progetto d’insediamento dell’impianto sciistico in modo da riuscire a far crescere ed a sfruttare al meglio le risorse naturali del luogo.
Per far ciò era necessario realizzare una stazione di tipo integrata, ovvero che abbinasse agli impianti infrastrutturali anche degli alberghi ricettivi e ben collegati alle piste, per cui vennero impiegati dei nomi di spicco, tra cui il pluripremiato campione di sci al mondo Emile Allais, l’Urbanista Jean Cognet, la guida abruzzese Gigi Panei e l’esperto generale degli Alpini Giuseppe Fabre che individuò l’esatta localizzazione del progetto. La realizzazione, iniziata nel 1970, trovò un ampio consenso ma se ne ebbe l’ultimazione solo nel 2012 con il completamento del collegamento stradale tra l’altopiano delle Rocche e la Valle Subequana. Ad un’altezza s. l. m. tra i metri 1410 e 2064, con un’estensione di 30 km, vanta 23 piste, 9 seggiovie, 2 skilift, 1 manovia e 3 tapis roulants. Questo comprensorio risente molto delle grandi oscillazioni metereologiche degli ultimi anni che di fatto hanno portato all’alternarsi di annate molto impegnative seguite poi da altre semi deserte. Essendo la struttura frutto di un progetto a forte spinta tecnologica, l’uso dei cannoni sparaneve è sempre stato parte integrante del progetto con un numero totale di 250 elementi.
Il direttore della stazione di Campo Felice Gennaro di Stefano sottolinea come dopo le “magre” degli anni scorsi quest’anno ci sia fiducia nel rilancio turistico: “Abbiamo fatto un importante investimento tecnologico raggiungendo un numero di circa 350 cannoni sparaneve di cui 20 ad alta capacità di produzione che sfrutta le basse temperature. Ci attendiamo di tornare a raggiungere i circa 300.000 ingressi stagionali con una media di 5.000 biglietti del sabato ed altrettanti della domenica. Siamo lieti d’intercettare anche un pubblico straniero che abbina alla visita Capitolina un bel giro nella natura del nostro territorio. Oltre al riscontro di romani ed abruzzesi ci attendiamo un flusso di presenze di altre parti del mondo anche perché siamo in totale sinergia con tutte le strutture ricettive del circondario”.
OVINDOLI
Distante circa due chilometri dal borgo di Ovindoli, la stazione sciistica nota con il nome di Monte Magnola è una tra le più frequentate dell’Italia centrale. Ideata nel 1959 dalla società Valturvema (acronimo di Valorizzazione Turistica Velino Magnola) fu grazie all’intervento al senatore nonché ex sindaco di Avezzano Angelo Donato Tirabassi che venne eseguita. Egli infatti coinvolse vari esperti, tra cui l’alpinista Gigi Panei ed il documentarista Italo Magrini. Le prime infrastrutture entrarono in funzione tra il 1961 ed il 1962 a cui seguirono nel 1964 anche le prime strutture ricettive della società Valturvema gestite da Gaetano Panei, fratello di Gigi. Dato il riscontro molto positivo per il turismo della zona, negli anni ’90 l’imprenditore ravennate Giancarlo Bartolotti fondò la società “Monte Magnola Impianti” che effettuò l’ammodernamento e l’ampliamento degli impianti sportivi e delle strutture ricettive attraverso vari alberghi e i rifugi.
Situata ad una quota trai metri 1450 e 2222 s. l. m., l’allestimento sportivo consta di 21 piste che si estendono per circa 30 km ed 11 impianti di risalita a cui si aggiunge una pista per la sola pratica dello snowboard. La zona risulta molto attrezzata con molte scuole di sci e rifugi-Chalet a disposizione.
Chiediamo un riscontro alla proprietaria degli impianti sciistici di Ovindoli, Desirèe Bartolotti, che sottolinea il grande impegno profuso per questa grande impresa turistica: “Nonostante le difficoltà riscontrate a livello climatico negli ultimi anni, la nostra aspettativa circa l’impianto di Ovindoli è molto alta poiché abbiamo verificato sul campo una maggiore attenzione non solo per le attività invernali della zona ma anche per tutto il territorio appenninico nella sua interezza nonché in generale molte novità importanti nel settore”.
“Basti pensare al recente ‘Festival della Montagna’ svoltosi pochi giorni fa nel capoluogo abruzzese dove, in una sei giorni di attività divulgative nel centro cittadino, si è avuto il pieno di presenze. Ci arrivano molte prenotazioni dagli Istituti scolastici di tutta la penisola sia dalle scuole medie che dalle superiori oltre che dalle famiglie, ma a colpire è anche l’interesse emergente degli studenti universitari e dei ragazzi in generale. È per questo motivo che stiamo cercando d’introdurre delle agevolazioni che rendano la fruizione il più semplice possibile come, ad esempio, un trasporto pubblico diretto dal centro sportivo alle stazioni delle città più grandi, ivi compresa la capitale, oppure uno skipass condiviso tra i vari impianti – cosa su cui il Consorzio “I Parchi” si sta già muovendo ed infine la nostra recente convenzione con i punti Telepass da cui è possibile l’attivazione diretta dello Skipass. Nonostante la recente contrazione del numero degli ingressi per contingenze esterne a noi, riteniamo di poter tornare a breve ai circa 5.000 ingressi del sabato e della domenica, ma perché no di poterli anche superare. Quello che dal canto nostro cerchiamo di fare è di stuzzicare l’interesse del turismo arricchendo il più possibile l’esperienza sciistica con sempre nuove iniziative e servizi”.
CAMPO IMPERATORE E LA FUNIVIA
La stazione sciistica del Gran Sasso ha una storia molto particolare dato che, a causa del grande dislivello tra la conca aquilana e la vetta della montagna, vede come centrale il ruolo della Funivia che consente il collegamento di un punto all’atro.
L’opera, idealizzata sin dall’antichità, venne realizzata solo nel 1934 all’interno del riassetto urbanistico denominato “Grande Aquila” ideato dal gerarca di allora l’avvocato Adelchi Serena e messo a terra con il progetto degli ingegneri Giulio Ceretti e Vittorio Tanfani. L’installazione prevedeva più stazioni poste a quote progressive: a valle nella piccola frazione di Fonte Cerreto dove venne edificata una piccola località turistica intorno ai 1125 metri s.l.m., una seconda tappa poco dopo a 1619 metri ed infine l’arrivo direttamente in cima a Campo Imperatore a 2128 metri s.l.m. Il rifacimento dell’opera nel 1988 comportò l’eliminazione della parte intermedia a cui venne preferito il collegamento diretto tra la valle e la vetta con una durata di viaggio del percorso di 7 minuti che affrontano un dislivello di circa 1000 metri.
Dunque, l’impianto sciistico oscilla tra i metri 1880 e 2199 s.l.m., ha 8,6 km di piste e 4 impianti totali: 1 funivia, 2 seggiovie ed 1 manovia.
Chiediamo tutte le novità al neoeletto Direttore ed Amministratore unico del Centro Turistico del Gran Sasso l’avvocato Gianluca Museo: “Abbiamo delle previsioni turistiche positive relativamente a tutto l’area del Gran Sasso. Per l’impianto sciistico e la Funivia ad esso collegata riteniamo di aver davanti un periodo florido dato che a breve ci sarà la tanto attesa riapertura della Funivia che nei decenni ha scritto la sua storica importanza in tutto l’appennino montuoso andando ben oltre il concetto di seggiovia. Tutti gli appassionati non vedono l’ora di tornare a sciare a Campo imperatore e noi stiamo facendo il possibile per superare la problematica di sicurezza delle corde verificatasi negli scorsi anni riuscendo ad ottenere, a seguito del sopralluogo tecnico effettuato qualche giorno fa dall ‘ing. Marturano, il Nulla Osta dall’Agenzia di Sicurezza Ansfisa, necessario a poter a breve superare l’esposto sulla sicurezza presentato da un cittadino in merito ad una delle 4 funi e che di fatto ormai da mesi ha chiuso ogni ingresso alla stessa”.
“Posso dire che anche prima di questo mio nuovo incarico, ma in qualità di maestro di sci, avevo già assistito ad un precedente e duro colpo che il nostro impianto dovette subire allorquando, durante la pandemia, lo svolgimento dello sci alpino, che nelle nostre montagne è tanto praticato, fu vietato mentre restò in vigore lo sci classico per tutti gli atleti che lo praticavano all’interno degli Sci Club. Restiamo come sempre fiduciosi e siamo sicuri che, nonostante una prolungata situazione anomala, qui presto torneremo ai risultati già raggiunti e sicuramente li miglioreremo visto che queste attività sono sempre più apprezzate e che, nel corso di quasi un secolo di storia, questo splendido impianto sciistico è diventato un vero e proprio simbolo dell’intero territorio”.
(Angelica Vicentini)