CAPORCIANO – Caporciano, comune che conta appena 200 abitanti in provincia dell’Aquila, può farsi vanto del titolo, pubblicamente riconosciuto, di “Città d’Arte”, grazie alla sua appartenenza ad un territorio ricco di storia nonché di bellezze artistiche, architettoniche, archeologiche, paesaggistiche e naturalistiche.
Su queste basi – si legge in una nota – nasce la ferma volontà ad attuare un preciso piano di sviluppo territoriale che fondi le sue radici sulla cultura e l’espressione d’arte, a qualunque disciplina essa appartenga volgendo quindi una particolare attenzione verso musica, teatro, poesia, letteratura, pittura, fotografia.
Gli eventi culturali patrocinati dal Comune migrano all’interno delle meravigliose cornici architettoniche che costellano i nostri incantevoli borghi di Caporciano e Bominaco.
Tra queste troviamo, ad ospitare la Mostra di Pittura, Scultura e Arte Tipografica dedicata al compianto Claudio del Romano (1927-2013) il Complesso di Santa Maria de’ Centurelli (XVI sec.) che ha assunto, per l’intero territorio, un punto di riferimento, totalmente condiviso da tutti i comuni del circondario.
All’interno della serata inaugurale ci sarà un breve momento musicale. Ospite l’Associazione “Corale Novantanove” diretta da Ettore Maria del Romano (figlio dell’artista) con un variegato programma che spazierà dal folclore alla tradizione.
La mostra retrospettiva è curata dal critico d’arte Antonio Gasbarrini, il quale scrive tra l’altro, nel suo testo di presentazione Claudio del Romano: l’arte tipografica e i suoi cangianti riflessi creativi d’un autore neo-rinascimentale a tutto tondo:”Tra i protagonisti della vita artistica e culturale a L’Aquila nella seconda metà del Novecento ed oltre, fino al sisma del 2009, va inserito legittimamente il nome di Claudio del Romano (1927-2013, L’Aquila)”.
“Eccelso tipografo per professione, ma soprattutto poliedrico artista che ha spaziato – con la sua incontenibile verve creativa – dal teatro (attore, regista, sceneggiatore), alle arti visive (pittura, scultura, grafica) e alla poesia. Né va sottaciuto il suo determinante impulso dato, sul finire degli Anni Settanta, alla nascita del vitale cenacolo di ‘Officina Culturale ‘77’ (Associazione culturale: ne sono stato il suo art director per circa 10 anni) operativo con la promozione e l’organizzazione di mostre d’arte contemporanea, readings, convegni, seminari, proprio negli ambienti ove era attiva la sua stamperia. […]. La mostra è focalizzata, nelle sue cinque sezioni di Scultura, Pittura (analogica e digitale), Teatro, Stamperia e Omaggio degli amici dell’Officina, sulla sua ultracinquantennale attività artistica e teatrale, nonché su alcune delle tracce concernenti il ‘Claudio del Romano tipografo’, rinvenibili in lastre, clichés, libri e cartelle xilografiche e serigrafiche d’arte”.
“Al fine di far rivivere simbolicamente il suo rapporto amicale-culturale instaurato con gli altri protagonisti dell’Officina che in quel vitale spazio hanno anche tenuto mostre personali e di gruppo, le sue opere sono affiancate, quale ideale Omaggio al loro compagno di strada – ancorché non più viventi – da quelle di alcuni tra i bei nomi di artisti aquilani ed abruzzesi animatori del Cenacolo. In questa sezione sono stati allestite le opere di Sandro Arduini, Alfonso Colacchi, Pasquale De Carolis, Giovanni De Sanctis, Pasquale Di Fabio, Stefano Lustri, Angiolo Mantovanelli, Marcello Mariani, Berardino Marinucci, Augusto Pelliccione, Antonio Rauco, Rezakhan. […] Da aggiungere, per i suoi dipinti, l’uso prevalente degli inchiostri (dopo una prima esperienza con i tradizionali oli), respirati, vis a vis ‘da mane a sera’, conosciuti nei loro più intimi segreti chimico-fisici, stesi sulla superficie con pennelli, spatole o direttamente con la mano, così come farebbe un bambino”.
“Senza questo retroterra in cui, per un attore di provata perizia, il tema del Doppio (Tipografo e Artista) viene magistralmente a fondersi, come si può ben percepire in ognuna delle sue opere in cui sottotraccia predomina il kandiskijano “Spirituale dell’arte” (peraltro ben presente nella sua costante linea di ricerca attestata sui valori simbolici di matrice cristiana quali il ciclo dedicato alla Passione)”.