L’AQUILA – Antonio Maiorino di Potenza, infermiere in fuga dallo stress di Roma che sogna già di “mettere su un servizio di infermieristica di comunità, e intanto sono affascinato dalle storie di vita delle persone che qui vivono”, Ludovico D’Amato, della vicina Sulmona, studente a Bologna, impegnato a “scrivere una tesi sulle comunità energetiche, con il bisogno di uscire dalle dinamiche delle città”, Guglielmo Ficola da Perugia, neolaureato in antropologia, convinto “dalle opportunità di accrescimento di conoscenze sul campo, e in un terra bella ed ospitale”, Andrea Testa, originario di Chieti, arrivato qui “con l’intenzione di restarci, e chiedo a voi di aiutarmi a capire il modo migliore per farlo”, Valentina Giachetto Rater, dalla provincia di Torino, mossa dalla voglia “di affinare e accrescere le competenze professionali di attivazione di comunità”. Antonella Vitzmann, friulana, che “ama i piccoli paesi perché hanno grandi potenzialità”.
Si sono presentati così, in una gremita piazza San Martino di Gagliano Aterno, in provincia dell’Aquila, i vincitori del bando Neo, organizzato da Hubruzzo Fondazione Industria Responsabile e Montagne in movimento.
I nuovi abitanti vivranno in valle subequana per sei mesi, ospitati nei comuni di Acciano, Castel di Ieri, Castelvecchio Subequo, Fontecchio, Goriano Sicoli, Molina Aterno, Secinaro, Tione degli Abruzzi e Gagliano Aterno, dove il progetto è nato due anni fa.
Presenti all’iniziativa, oltre ai sindaci dei nove comuni, Raimondo Castellucci, direttore generale della Fondazione Hubruzzo, Vittorio Alvino di Open Polis, Raffaello Fico, titolare dell’Ufficio Speciale per la ricostruzione, Raffaele Spadano, Montagne in movimento.
A moderare la giornalista Germana D’Orazio.
Dopo un primo mese di ambientamento, i ragazze e ragazzi di Neo saranno impegnati in attività sociali e di comunità nei comuni coinvolti, e in percorsi di alta formazione con docenze di livello nazionale, realizzazione di questionari legati al tema dell’abitare e dei bisogni.
A fare gli onori di casa il sindaco di Gagliano Aterno, Luca Santilli: “In questa piazza tre anni fa con il progetto ritornanti a futuro è iniziato un percorso di cui ora , ma era già fertile il terreno grazie agli abitanti, all’associazionismo attivo, poi attraverso la partecipazione, scandita da oltre 60 assemblee, e il coinvolgimento di persone competenti. Il progetto Neo è iniziato nel 2022, con 28 candidature e altre competenze, con persone che volevano venire a vivere qui, e questo ci ha emozionato, abbiamo avuto conferma che questi paesi non sono affatto destinati a morire. In questi due anni c’è stato un grande scambio di saperi e rapporti umani. I nostri paesi, se non costruiamo nuove forme dell’abitare sono destinati allo spopolamento, occorre riattivare la comunità”.
Ha poi preso la parola Raimondo Castellucci: “Siamo una fondazione particolare, non bancaria e non di famiglia, ma creata da dieci aziende abruzzesi, che sostengono progetti non calati dall’alto, di co-progettazione, e che siano sostenibili nel tempo e ‘scalabile’, che arriva nel momenti in cui un progetto si espande, intercetta nuovi interessi, come avvenuto ora con ben 9 Comuni con la fondazione Openpolis, e l’Ufficio speciale della ricostruzione”.
Raffaele Spadano, antropologo, anche lui venuto a vivere in valle subequana, ha ricordato che “i problemi della marginalizzazione delle are interne sono molto complessi, problemi collettivi, che vanno dunque rivolti collettivamente, da qui il ruolo importante delle amministrazioni comunali. Far dialogare neo abitanti, e chi già risiede in questi paesi: questa la sfida di Neo, avendo assoluto rispetto degli equilibri del territorio, andando incontro a bisogni e aspirazioni di tutti. Tra i partecipanti dei precedenti progetti c’è chi è rimasto a vivere qui. Questo significa rafforzare la voce di questi territorio, anche per veder assicurati diritti di cittadinanza, i servizi essenziali. spesso negati, come in tutte le aree marginali. Vanno conosciuti i servizi ecosistemici, che questi territori garantiscono, e che dovrebbero essere anch’essi riconosciuti”.
Per Open Polis, Alvino ha evidenziato che, “il nostro contributo è portare dentro Neo il metodo di raccolta di evidenze, perché con i dati si può avere maggiore consapevolezza del territorio e dei processi che li attraversano e modificano, con particolare attenzione al tema dell’abitare, ovvero delle case vuote e disabitate. Qui con una particolarità, quella della ricostruzione post sismica, una opportunità che può diventare uno spreco, se le abitazioni resteranno inutilizzate, nonostante il grande impiego di risorse pubbliche”.
Raffaello Fico ha detto: “L’Usrc si dovrà occupare per ancora parecchi anni della ricostruzione post-sismica fisica, degli edifici pubblici e privati, la quale non avrebbe senso se non si riuscirà ripopolare questi meravigliosi borghi, utilizzare le prime e seconde case, così belle e soprattutto sicure sismicamente. Siamo al tavolo del governo per ragionare sull’utilizzo dei fondi Restart per progetti che sono propri sul solco del progetto Neo, che ha qui aperto una strada. Ieri abbiamo aperto il cammino di Celestino, anche questo esempio di ricostruzione sociale, immateriale e culturale, e anche lì come nel progetto Neo, decisiva è stata la capacità dei sindaci di fare rete”.