L’AQUILA – Il caro prezzi si abbatte sul turismo. Secondo le rilevazioni di Demoskopika, l’incremento dell’inflazione nel settore – calcolata superiore di oltre 3 punti percentuali rispetto a quella dell’indice generale Istat – genererebbe rincari pari a 3,9 miliardi della spesa turistica di italiani e stranieri che hanno scelto di trascorrere una vacanza nei mesi estivi nelle località italiane.
L’aumento dei prezzi nel turismo coinvolge tutte le regioni, e si scopre però che l’Abruzzo è la regione con il minore aumento, dell’8,4%, con un impatto pari a 51 milioni di euro.
Sono invece cinque i sistemi “più colpiti” in cui la crescita dei prezzi risulta più alta rispetto al dato nazionale: Lazio (+9,5%) con un impatto sulla spesa turistica pari a 362 milioni di euro, Lombardia (+9,2%) con un impatto pari 389 milioni di euro, Toscana e Molise (9,1%) con impatto rispettivamente pari a 595 milioni di euro e a 5 milioni di euro e, infine, Campania (9%) con un impatto pari a 234 milioni di euro.
Sul versante opposto, nelle posizioni più basse per incremento minore rispetto all’inflazione acquisita italiana per il mese di giugno dell’anno in corso si collocano altre cinque aree regionali: Valle d’Aosta (+7,9%) con un impatto pari 20 milioni di euro, Trentino Alto Adige (+8%) con un impatto pari a 197 milioni di euro, Basilicata (+8,2%) con un impatto pari a 20 milioni di euro, Marche (+8,3%) con un impatto pari a 79 milioni di euro e, infine, come detto l’Abruzzo (+8,4%)
A pesare prioritariamente alcune voci con in testa, per inflazione tendenziale al giugno del 2023 rispetto allo stesso mese 2022, il trasporto aereo (+23,5%), i pacchetti vacanza (+17,7%) e l’alloggio (+12,8%).
Tra i servizi di alloggio risalta il dato degli alberghi con un incremento dei prezzi tendenziali pari al 14,6% a cui si aggiunge, con incrementi più contenuti ma comunque più che significativi, il gruppo di voci riguardanti i servizi di ristorazione (+6,3%), con in testa fast food (8,2%), pizzerie (+6,5%) e gelaterie (+6,2%).
Sono i prezzi dei voli nazionali, infine, con il 28,9% a crescere in modo più sostenuto rispetto ai voli internazionali (+21,9%). Stessa dinamica dei prezzi per i pacchetti vacanza nazionali che con +18,4% presentano un differenziale turistico di +15,8 punti percentuali rispetto ai pacchetti vacanza internazionali (+2,6%).
L’Italia è più colpita rispetto a Francia, Grecia e Spagna.
A giugno dell’anno in corso, Il Belpaese fa registrare un incremento dei prezzi strettamente legato al sistema turistico maggiore rispetto ai suoi tradizionali concorrenti europei.
In particolare, la crescita su base tendenziale dell’indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA) si registra prevalentemente per le voci di spesa incluse nei servizi di trasporto, con un +9,9% rispetto ad un meno significativo incremento della stessa voce per Francia (+6%), Grecia (+1,4%) e, addirittura ad una rilevante flessione della Spagna (-16,1%).
Più che significativa, inoltre, anche l’accelerazione dei prezzi nei servizi ricettivi e della ristorazione (+7,5%), con un differenziale inflazionistico del sistema turistico italiano di +1,9 punti percentuali rispetto alla Francia (+5,6%), di +1,8 punti percentuali rispetto alla Grecia (+5,7%) e di +1,5 punti percentuali rispetto alla Spagna (+6%).
A fare eccezione, infine, la classe di prodotto comprendente i servizi ricreativi e culturali (musei, parchi divertimento, eventi culturali, etc.) con l’Italia che registra un incremento del 3,6% superiore alla Grecia (+3,3%) ma minore a Francia (+4,8%) e Spagna (+4%).
La conseguenza di tutto ciò, per Assoutenti, è che le vacanze degli italiani saranno non solo più costose, ma anche più brevi, e pur tagliando le notti fuori casa la spesa per la villeggiatura risulterà più cara rispetto all’anno passato di ben 1,2 miliardi di euro.
“I fortissimi rincari dei prezzi nel settore del trasporto aereo, degli alloggi e dei pacchetti vacanza modifica profondamente le abitudini vacanziere degli italiani – spiega il presidente Furio Truzzi – e se da un lato rimane stabile rispetto al 2022 il numero di cittadini che si concederà una villeggiatura nel periodo estivo, dall’altro la tendenza è quella a tagliare la spesa attraverso una riduzione dei giorni di vacanza”.
“Basti pensare che la percentuale di italiani che questa estate potrà permettersi solo un weekend o al massimo tre notti fuori casa passa dal 4% dello scorso anno al 18% del 2023 – prosegue Truzzi – ma si riduce fortemente anche la quota di chi trascorrerà fino a 7 notti fuori, dal 63% del 2022 al 56% di quest’anno. E il paradosso è che, nonostante si riducano i giorni di villeggiatura, la spesa sarà più alta: le vacanze estive 2023 costeranno agli italiani 1,2 miliardi di euro in più rispetto al 2022, seppur con un numero inferiore di notti fuori casa”.